il fatto
Fara Filiorum Petri, ecco Cristian, il bimbo nato per telefono
Papà Pino e mamma Elena sono felici: ringraziano il 118 che ha guidato il lieto evento, il primo in paese dopo ben 40 anni
FARA FILIORUM PETRI. Si chiama Giuseppe l’angelo del piccolo Cristian venuto alla luce in casa, a Fara Filiorum Petri, grazie al parto guidato per telefono. Papà Pino Nardiello, 37 anni di Potenza, direttore di un grande punto vendita ad Ascoli Piceno, e mamma Elena Auriti, stessa età, casalinga di Guardiagrele, sono felici. Anzi felicissimi.
Dicono grazie a quell’operatore esperto e rassicurante del 118 che, giovedì scorso, ha permesso di scrivere questa storia a lieto fine di buona sanità, guidando per telefono le fasi più delicate del parto come il cordone ombelicale da distendere oppure il primo vagito da stimolare. Ma Cristian ha battuto anche un altro record perché, come dice il sindaco di Fara, Camillo D’Onofrio, è il primo bimbo che torna a nascere in paese dopo la bellezza di quarant’anni.
[[(Video) Fara Filiorum Petri, piccolo nato con il "teleparto"]]
«Grazie Giuseppe», ripete Pino, all’uscita del policlinico di Chieti. Sono le 16 di ieri quando il carrozzino sbuca dalla porta automatica dell’ospedale. C’è il sole ad accogliere papà, mamma e figlioletto. Un sole che dà speranza come una carezza. Ma prima di salire in auto c’è il tempo per raccontare. E Pino comincia a farlo. Il parto in casa, guidato per telefono, è durato pochissimo ma sono stati gli otto minuti più intensi e stressanti della vita di questa giovane coppia. «Elena mi ha telefonato ad Ascoli che erano le 18. Diceva di sentire le doglie. Un’ora e dieci minuti dopo», continua Pino, «ero già a Fara». In quella bella villetta di Colle Pagnotta dove, ad attendere il papà, c’era anche e soprattutto nonna Clara Padovano, la mamma di Elena, determinante anche lei per l’evento che, da lì a pochi minuti, si sarebbe consumato. Elena, infatti, rompe le acque mentre scende le scale. Pino s’attacca al telefono, chiama il 118 e, preso da un’ansia più che comprensibile, chiede ripetutamente di mandare un’ambulanza che nel frattempo parte. Ma Cristian sta già venendo alla luce. «L’operatore del 118 è stato eccezionale perché è riuscito a calmarmi. Con un braccio reggevo il fratellino di Cristian, il nostro primo figlio che ha due anni. E con l’altra mano impugnavo il telefono per ascoltare come far nascere mio figlio. A voce alta ripetevo quei consigli a mia suocera che stava accanto ad Elena fino a che non ho sentito il primo vagito del mio bambino. Quel pianto significava che tutto era andato bene. Poi gli ho visto aprire gli occhi, Cristian è nato così».
Pino, Elena e nonna Clara non realizzano subito la potenza dell’evento. «Le confesso che ero veramente scosso, abbiamo impiegato un po’ di tempo per capire veramente quello che è successo. Anche qui, in ospedale, nel reparto di ostetricia e ginecologia, mi hanno detto che è stato un parto eccezionale. Grazie, grazie, grazie», ripete papà Pino mentre con la mano sinistra stringe la destra di Elena, stanca e felice, accanto al figlioletto che ora dorme sereno nel suo carozzino. Un giorno anche Cristian dirà grazie al suo angelo che sa scrivere le favole belle per telefono come faceva Gianni Rodari.