«Fate l’amore nell’oasi, ma non sporcate»

Arriva la segnaletica riservata alle coppiette che di notte si appartano con le auto

VASTO. Di giorno è il luogo preferito dagli amanti della bici e dagli appassionati del surf. Ma di sera, quando cala il buio, si trasforma in un grande talamo sotto le stelle. E’ l’oasi di Punta Aderci, i cui sentieri conservano al mattino i resti delle effusioni delle coppiette in cerca di intimità. Fazzoletti di carta e preservativi: è ciò che resta delle “escursioni amorose”.

Così arrivano curiosi cartelli. L’amministrazione comunale e il Comitato di gestione del parco costiero, dopo essersi interrogati a lungo sul da farsi, hanno deciso di installare una decina di cartelli lungo il vialone della zona industriale e nelle varie aree di sosta, tutte facilmente accessibili anche in macchina. «Fate l’amore ma non sporcate»: è l’invito che campeggia sulla originale segnaletica che sta facendo discutere non senza qualche ammiccamento e sorrisetto malizioso.

Per gli operatori della Cogecstre, la cooperativa di Penne che ha avuto in gestione l’oasi, e che ogni giorno devono fare i conti con quello che le coppiette abbandonano nell’ambiente con tanta disinvoltura, l’iniziativa rientra nella campagna di sensibilizzazione per il rispetto della natura. «L’idea ci è stata suggerita da molti frequentatori della riserva che ci hanno sollecitato provvedimenti, ma anche dalla constatazione che basta una sera per annullare un accurato lavoro di ripulitura», spiega Alessia Felizzi, referente locale della Cogecstre, «in pratica si dovrebbe spazzare manualmente il viale tutti i giorni.

Ma si tratta di interventi che, oltre a richiedere tempo e impegno, comportano costi di gestione non indifferenti». Che Punta Aderci sia frequentata dalle coppiette non è certo cosa nuova. Trattandosi di zona appartata, la riserva è da sempre il luogo preferito di chi vuole trascorrere qualche ora in intimità, lontano da occhi indiscreti. Non c’è nulla di male, l’importante è rispettare l’ambiente. Per l’amministrazione comunale è questo il senso dell’iniziativa.

«Abbiamo discusso a lungo sui provvedimenti da adottare e alla fine abbiamo optato per una campagna di educazione ambientale», conferma Anna Suriani (Sinistra democratica), assessore alla Pianificazione territoriale, «vogliamo puntare sulla sensibilizzazione e sul senso civico. I divieti non sono risolutivi. La riserva è un luogo tradizionalmente molto frequentato, vogliamo che sia fruibile, ma nel rispetto della natura e senza sporcare». Ma cartelli e scritte sono sufficienti per scoraggiare chi denota scarso senso civico?

Molti ambientalisti sono convinti di no. Ritengono che Punta Aderci sia troppo “vulnerabile” e propongono l’installazione di sbarre che impediscano l’accesso alle auto e alle moto che scorazzano indisturbati lungo i sentieri dell’area protetta. E’ con questo spirito che il sito www.vastesi.com ha promosso nelle scorse settimane una petizione on-line, raccogliendo più di cento firme a favore di questa soluzione. La sottoscrizione è stata consegnata dagli organizzatori nelle mani del sindaco Luciano Lapenna (Pd), che ha promesso provvedimenti.

I rifiuti abbandonati nell’ambiente non sono l’unico problema. Un’altra spina nel fianco sono i raid vandalici che si susseguono a ripetizione. Il mese scorso sono stati divelti 23 pali in legno installati a supporto della segnaletica. E’ solamente una delle tante incursioni ai danni del parco costiero, messa a segno dopo tre mesi da un precedente raid nel corso del quale era stato presa di mira un manufatto che è stato asportato e poi abbandonato sulla spiaggietta di Mottagrossa.

Anche in questo caso gli operatori della Cogecstre presentarono una denuncia ai carabinieri e segnalarono l’accaduto al Comitato di gestione della riserva e all’assessorato all’Urbanistica. Sono episodi che l’amministrazione comunale non può ignorare e che riportano periodicamente alla ribalta la necessità - per alcuni non più derogabile - di prendere drastici provvedimenti a tutela dell’oasi e delle sue peculiarità naturalistiche.

«In progetto c’è l’installazione di sbarre, ma non è semplice vietare l’accesso lungo tutto il perimetro della riserva», annota l’assessore Suriani, convinta più che mai che bisogna insistere con l’educazione ambientale.