Fenaroli, si rialza il sipario dopo i lavori per l’agibilità

Domani il sopralluogo dei tecnici della Commissione pubblici spettacoli Pupillo: tanti imprevisti, ma le passate amministrazioni che cosa hanno fatto?

LANCIANO. Sopralluogo dei vigili del fuoco al Fenaroli. Finalmente, dopo due mesi di polemiche, lavori, spettacoli rinviati e cancellati in una stagione da dimenticare nel teatro mancante di agibilità dal 1998, anno della sua riapertura dopo il restauro, presto tornerà ad alzarsi il sipario. Almeno si spera. «Sarà la Commissione pubblici spettacoli a decidere per la riapertura, domani. I lavori sono stati fatti tutti», spiega il sindaco Mario Pupillo, «soprattutto quelli non previsti che hanno causato la chiusura del teatro per troppo tempo portando a cancellare spettacoli (la stagione del teatro dialettale è stata anche chiusa in anticipo, ndc) a rinviarli e a rimborsare biglietti e abbonamenti».

All’inizio si pensava che in pochi giorni, dal 3 al 15 marzo, e con pochi soldi, circa 15mila euro, si riuscissero a fare gli interventi richiesti e prescritti dai vigili del fuoco provinciali: sistemare le luci di emergenza e relativa segnaletica, eliminare uno scalino in ferro, dividere le caldaie, spostare il guardaroba perché era sulla via di fuga e sistemarlo al secondo piano. Invece già nel dividere i locali dove c’erano le tre caldaie, quelle del Fenaroli, del palazzo Comunale e della Sala Mazzini, ci sono stati problemi perché si è dovuto spostare l’impianto elettrico.

Altri guai e intoppi si sono avuti nel sistemare l’antincendio sul palcoscenico. Insomma alla fine ci sono voluti due mesi di lavori e 45 mila euro si spese. «Ma abbiamo altri interventi simili da fare», dice Pupillo, «c’è la messa a norma anti incendio ad esempio di tutte le scuole di Lanciano da fare entro il 31 dicembre per la quale abbiamo un impegno di spesa di circa 700mila euro. C’è da sistemare l’ippodromo dove si rischia di non poter più effettuare gli spari delle Feste di settembre e costerebbe circa 500mila euro». E ancora: non sono agibili il box informazioni turistiche in piazza D’Amico (circa 100mila euro il costo del restauro), la palestra dei Funai, il palazzo comunale (oltre un milione di euro per la messa a norma) il padiglione 2 dell’area fiera (300mila euro). Per non parlare della vulnerabilità sismica delle scuole, e qui servirebbero 5 milioni di euro. «Mi chiedo come mai nessuna struttura è a norma», riflette il sindaco. «In questi decenni che cosa è stato fatto dalle precedenti amministrazioni comunali? Come mai solo adesso scattano i termini della norme e delle prescrizioni? Per oltre cinquant’anni non è mai stato vietato nulla. La mia risposta è che tocca fare tutto a noi per una serie di circostanze malevolmente convergenti. Ma le faremo nonostante le ristrettezze economiche». Non sarà facile con pochi soldi e poco tempo.

Teresa Di Rocco

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