Festa dei Banderesi, il rito si ripete tra storia e religione
Bucchianico, torna la festa dei Banderesi a Bucchianico: da quest'anno la manifestazione ha i patrocini della commissione nazionale per l'Unesco e del ministero per i beni e le attività culturali
BUCCHIANICO. La tradizionale sfilata dei canestri con i fiori di carta accompagnata da undici carri allestiti dalle contrade del paese, la caratteristica «Ciammaichella» e l'atmosfera unica di una ricorrenza che si ripete ormai da quasi settecento anni. Torna la festa dei Banderesi a Bucchianico che quest'anno ha ricevuto i patrocini della commissione nazionale per l'Unesco e del ministero per i beni e le attività culturali. Non basta. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito all'evento una speciale medaglia celebrativa che verrà custodita negli uffici del Comune. Riconoscimenti di assoluto pregio per una manifestazione che riversa ogni anno a Bucchianico migliaia di persone.
Ma a colpire è la partecipazione con cui i bucchianichesi preparano la festa dei Banderesi in onore di Sant'Urbano.
I festeggiamenti, a metà tra religione e rievocazioni storiche, affondano le radici nel XIV secolo quando, si narra, ci fu una disputa tra chietini e bucchianichesi sui confini dei rispettivi Comuni.
L'esercito dell'antica Teate era prossimo alle mura di Bucchianico ma venne respinto grazie ad uno stratagemma messo in atto dal Sergentiere, il capo della milizia di Bucchianico, che fece correre gli uomini del paese con un pennacchio di piume colorate in testa così da far credere l'esercito bucchianichese più numeroso di quello che invece era. La trovata, nella tradizione popolare, fu suggerita al Sergentiere direttamente in sonno da Sant'Urbano.
E la magia della festa, condita da cinque giorni di canti, balli e tavole imbandite, è rimasta intatta nel tempo.
Anzi, ogni volta sembra di tornare indietro di qualche secolo. «Non siamo di fronte ad una semplice festa di paese bensì- spiega Aurelio Bigi, assessore alla cultura di Bucchianico- ad una tra le ricorrenze più importanti d'Italia.
Non a caso sono arrivati i patrocini della commissione Unesco e del ministero per i beni culturali. Sempre domenica alla sfilata dei canestri, abbelliti con oltre 75 mila fiori di carta, seguirà l'atteso movimento a zig e zag della Ciammaichella. Tutto realizzato dai paesani che partecipano alla festa dei Banderesi senza lesinare sforzi e impegno. Anche la copertura economica della festa viene garantita dai contributi dei bucchianichesi. Personaggio chiave dei festeggiamenti in onore di Sant'Urbano, che poi proseguiranno il martedì, il mercoledì e la domenica della prossima settimana, è il Banderese eletto annualmente. Il Banderese 2011 è Angelo Giuseppe Di Menna mentre il Sergentiere, figura ereditaria, sarà Guglielmo Urbano Tatasciore. A coordinare i quasi duemila figuranti, la pro loco di Bucchianico presieduta da Gianni Di Prinzio.
In attesa dell'ennesimo bagno di folla di domenica Mario Di Paolo, sindaco di Bucchianico, bacchetta le istituzioni locali. Provincia e Regione in primis. «Purtroppo i nostri politici continuano a snobbare» sostiene con l'amaro in bocca «la festa dei Banderesi». (j.o.)
Ma a colpire è la partecipazione con cui i bucchianichesi preparano la festa dei Banderesi in onore di Sant'Urbano.
I festeggiamenti, a metà tra religione e rievocazioni storiche, affondano le radici nel XIV secolo quando, si narra, ci fu una disputa tra chietini e bucchianichesi sui confini dei rispettivi Comuni.
L'esercito dell'antica Teate era prossimo alle mura di Bucchianico ma venne respinto grazie ad uno stratagemma messo in atto dal Sergentiere, il capo della milizia di Bucchianico, che fece correre gli uomini del paese con un pennacchio di piume colorate in testa così da far credere l'esercito bucchianichese più numeroso di quello che invece era. La trovata, nella tradizione popolare, fu suggerita al Sergentiere direttamente in sonno da Sant'Urbano.
E la magia della festa, condita da cinque giorni di canti, balli e tavole imbandite, è rimasta intatta nel tempo.
Anzi, ogni volta sembra di tornare indietro di qualche secolo. «Non siamo di fronte ad una semplice festa di paese bensì- spiega Aurelio Bigi, assessore alla cultura di Bucchianico- ad una tra le ricorrenze più importanti d'Italia.
Non a caso sono arrivati i patrocini della commissione Unesco e del ministero per i beni culturali. Sempre domenica alla sfilata dei canestri, abbelliti con oltre 75 mila fiori di carta, seguirà l'atteso movimento a zig e zag della Ciammaichella. Tutto realizzato dai paesani che partecipano alla festa dei Banderesi senza lesinare sforzi e impegno. Anche la copertura economica della festa viene garantita dai contributi dei bucchianichesi. Personaggio chiave dei festeggiamenti in onore di Sant'Urbano, che poi proseguiranno il martedì, il mercoledì e la domenica della prossima settimana, è il Banderese eletto annualmente. Il Banderese 2011 è Angelo Giuseppe Di Menna mentre il Sergentiere, figura ereditaria, sarà Guglielmo Urbano Tatasciore. A coordinare i quasi duemila figuranti, la pro loco di Bucchianico presieduta da Gianni Di Prinzio.
In attesa dell'ennesimo bagno di folla di domenica Mario Di Paolo, sindaco di Bucchianico, bacchetta le istituzioni locali. Provincia e Regione in primis. «Purtroppo i nostri politici continuano a snobbare» sostiene con l'amaro in bocca «la festa dei Banderesi». (j.o.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA