Fli: usciamo dalla maggioranza
Carbone (foto) ufficializza la separazione dal Pdl, troppo forti i dissidi per l'epurazione di Tavoletta dalla Provincia di Chieti. L'attacco al sindaco: "Contestiamo la lentezza dell'amministrazione"
CHIETI. Il consiglio approva a larga maggioranza i punti all'ordine del giorno, piccole variazioni di bilancio dovute a maggiori entrate dalla Regione, ma si divide sulle dichiarazioni rilasciate in aula da Alessandro Carbone. Il capogruppo del Fli ha ufficializzato l'uscita dalla maggioranza e punta il dito contro il sindaco: «Noi non abbiamo mai tradito. Per cercare qualche traditore si guardi intorno».
Un attacco che fa calare il gelo nella sala consiliare lasciando attoniti i presenti. La vicenda politica è ormai nota. Il Fli in Comune è ai ferri corti con la maggioranza a marchio Pdl. Non ha votato gli equilibri di bilancio dell'ente perché non ha ritenuto valida la delibera prodotta dalla giunta. Dietro il non voto di uno strumento amministrativo fondamentale c'è, in verità, un malessere tutto politico. Il Fli aveva richiesto al sindaco maggiore visibilità ed un rimpasto della giunta. Così non è stato e il partito che fa capo al presidente della Camera Gianfranco Fini ha deciso di non votare gli equilibri di bilancio.
Un affronto pagato con la destituzione dell'ex assessore provinciale allo sport Silvio Tavoletta, impegnato anche come consigliere comunale. Dopo i fulmini e le saette in Provincia il temporale politico è arrivato ieri in Comune in occasione del primo consiglio post-bilancio.
«Il Fli prende le distanze da questa maggioranza», dice Carbone, «considerando che la sua composizione è cambiata parecchio da un anno e mezzo a questa parte. Abbiamo chiesto al sindaco un cambio di passo ricevendo sempre risposte negative e il puntuale diniego ad un confronto politico franco».
Il capogruppo di Futuro e libertà, non soddisfatto, aggiunge: «Contestiamo l'epurazione squallida subita da Tavoletta e la lentezza con cui va avanti questa amministrazione che ha imboccato», tuona Carbone, «la strada dell'autosufficienza. Non siamo all'opposizione ma d'ora in avanti ascolteremo tutti senza preclusioni di sorta avendo come unico interesse il bene della gente e della collettività nel pieno rispetto del vincolo elettorale».
Poi la frecciatina al sindaco. «Non siamo noi i traditori. Piuttosto», afferma stizzito Carbone, «si guardi bene intorno». In aula piomba un silenzio tombale con il sindaco che esce nervosamente per recuperare un certo equilibrio.
Il consiglio comunale va avanti senza ulteriori sussulti e, in circa due ore, licenzia all'unanimità l'adozione della diretta web delle sedute consiliari richiesta dal consigliere di minoranza Giovanni Di Paolo, oltre ad una serie di variazioni di bilancio motivate da alcune entrate extra provenienti dalla Regione utili a finanziare progetti con finalità ambientali.
Un attacco che fa calare il gelo nella sala consiliare lasciando attoniti i presenti. La vicenda politica è ormai nota. Il Fli in Comune è ai ferri corti con la maggioranza a marchio Pdl. Non ha votato gli equilibri di bilancio dell'ente perché non ha ritenuto valida la delibera prodotta dalla giunta. Dietro il non voto di uno strumento amministrativo fondamentale c'è, in verità, un malessere tutto politico. Il Fli aveva richiesto al sindaco maggiore visibilità ed un rimpasto della giunta. Così non è stato e il partito che fa capo al presidente della Camera Gianfranco Fini ha deciso di non votare gli equilibri di bilancio.
Un affronto pagato con la destituzione dell'ex assessore provinciale allo sport Silvio Tavoletta, impegnato anche come consigliere comunale. Dopo i fulmini e le saette in Provincia il temporale politico è arrivato ieri in Comune in occasione del primo consiglio post-bilancio.
«Il Fli prende le distanze da questa maggioranza», dice Carbone, «considerando che la sua composizione è cambiata parecchio da un anno e mezzo a questa parte. Abbiamo chiesto al sindaco un cambio di passo ricevendo sempre risposte negative e il puntuale diniego ad un confronto politico franco».
Il capogruppo di Futuro e libertà, non soddisfatto, aggiunge: «Contestiamo l'epurazione squallida subita da Tavoletta e la lentezza con cui va avanti questa amministrazione che ha imboccato», tuona Carbone, «la strada dell'autosufficienza. Non siamo all'opposizione ma d'ora in avanti ascolteremo tutti senza preclusioni di sorta avendo come unico interesse il bene della gente e della collettività nel pieno rispetto del vincolo elettorale».
Poi la frecciatina al sindaco. «Non siamo noi i traditori. Piuttosto», afferma stizzito Carbone, «si guardi bene intorno». In aula piomba un silenzio tombale con il sindaco che esce nervosamente per recuperare un certo equilibrio.
Il consiglio comunale va avanti senza ulteriori sussulti e, in circa due ore, licenzia all'unanimità l'adozione della diretta web delle sedute consiliari richiesta dal consigliere di minoranza Giovanni Di Paolo, oltre ad una serie di variazioni di bilancio motivate da alcune entrate extra provenienti dalla Regione utili a finanziare progetti con finalità ambientali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA