Fondi a 15 imprese tra artigianato e ristorazione tipica
Progetto da 150 mila euro per dare vivacità al borgo Valente: riportiamo in vita fondaci e locali abbandonati
LANCIANO. Il centro storico visto come l’anima di una città, che parli della sua tradizione, dei suoi sapori e della sua storia attraverso l’artigianato e il commercio. È questa l'idea dell’amministrazione comunale alla base del progetto che vede l’investimento di 150 mila euro per l’apertura di nuove imprese commerciali e artigianali.
Il progetto. «Un’idea di base esiste già», specifica l’assessore alle attività produttive, Pino Valente, «pensiamo soprattutto alla tradizione e a un centro storico che sia lo specchio della città che vogliamo: dinamico, pieno di attività e interessi, al centro di manifestazioni culturali ed eventi a tema. Sono queste le linee-guida che ci serviranno per sviluppare questa idea».
Le imprese. Saranno 15 le nuove attività distribuite, secondo il progetto finanziato da Comune, Camera di commercio e Bls, nei quattro quartieri storici Sacca, Civitanova, Borgo e Lancianovecchia. Il numero è stato stabilito considerando un incentivo di 10 mila euro ad azienda.
I fondi. Gli incentivi, per un totale di 150 mila euro a cui partecipano ognuno per un terzo i soggetti promotori dell’iniziativa, saranno a fondo perduto. Ogni attività sarà tuttavia scelta secondo un regolamento che dovrà essere studiato dall’amministrazione assieme alle associazioni di categoria.
Le attivita' mirate. L’idea prevista dall’assessorato alle attività produttive è quella di una serie di esercizi commerciali e artigianali che siano in un certo senso connaturati al luogo in cui andranno a innestarsi. No, ad esempio, ad attività commerciali che non c’entrano nulla con il contesto, come catene di franchising, ma sì a locali caratteristici che coniughino le attività di somministrazione di cibo e bevande a quelle di artigianato. «Penso a botteghe di manufatti in terracotta e ferro battuto e a bar, ristoranti e pizzerie che possano proporre cibi tipici e piatti tradizionali», spiega Valente, «e si potrebbe pensare anche a riportare in vita vecchi fondaci e locali abbandonati, tutte idee che però dovranno essere valutate attentamente con le associazioni di categoria».
La polemica. L’associazione dei commercianti Confcommercio, tuttavia, storce il naso. «Plaudiamo all’iniziativa e al reperimento di 150 mila euro che sono linfa vitale per la microeconomia locale», dice il presidente del sodalizio, Angelo Allegrino, «ma siamo tuttavia contrari ai fondi a pioggia». Per Confcommercio coinvolgere le associazioni di categoria solo nel momento in cui si dovrà decidere a chi destinare i fondi, è «inutile e dannoso. Si sarebbe dovuto programmare prima cosa si vuole fare con quei fondi e a chi destinarli», prosegue Allegrino, «in questo modo si apre soltanto la corsa a chi si accaparra di più investendo le associazioni del triste e ingrato compito di scegliere a chi vanno quei soldi». Per l’associazione dei commercianti, che da tempo studia un progetto per la riqualificazione del centro storico, è importante innanzitutto «programmare un piano di riqualificazione dei borghi e di offerta turistica. Il centro storico», conclude Allegrino, «è sporco, senza illuminazione e insicuro. E per i pellegrini e i turisti la città non dispone nemmeno di bagni pubblici e aree attrezzate al ristoro». (cr.la)
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