Fondi ai cuochi, Falconio a giudizio
Villa, ex sindaco e geologo: udienza a marzo 2015. Dipendente patteggia 1,4 anni
VILLA SANTA MARIA. Devono rispondere a processo, fissato dal giudice Marina Valente al 4 marzo 2015, alle accuse di concorso in peculato, abuso d’ufficio e violazione in materia di contabilità pubblica, l’ex sindaco di Villa Santa Maria, Francesco Paolo Falconio e il geologo Gianluca Taddei. Mentre ha patteggiato ieri un anno e 4 mesi di reclusione, pena sospesa, la ragioniera del Comune Fernanda Di Lello per le stesse accuse.
A portare in aula l’ex sindaco e la dipendente è stato il finanziamento comunale di 10mila euro all’Ente gestore rassegna cuochi (Egercu) prima della manifestazione. Mentre di concorso in abuso di ufficio i tre hanno risposto perché “avrebbero procurato un ingiusto vantaggio di 16.511 euro a Taddei. Falconio senza delibera avrebbe affidato verbalmente, tra settembre e novembre 2007 al geologo Taddei l’incarico di relatore dei rapporti sull’ex discarica comunale di Pietragrossa, disponendo la liquidazione delle somme in assenza di documentazione dalla Di Lello”.
A sollevare il caso dei 10mila euro all’Egercu è stata un’inchiesta dei carabinieri. Per l’accusa, “Falconio, come sindaco, la Di Lello, quale addetta dell’ufficio ragioneria e responsabile dell’emissione dei mandati di pagamento, si sarebbero appropriati di 10mila euro dal conto corrente del Comune, incassati dall’Egercu di cui era di fatto titolare Falconio, dovendo ritenersi inesistenti giuridicamente i mandati di pagamento”. Non solo: i due erano accusati anche di concorso in abuso di ufficio “perché intenzionalmente procuravano ingiusto vantaggio di 10mila euro alla Egercu” che sarebbe stata pagata prima della rassegna dei cuochi fissata ad ottobre 2011 e prima delle elezioni del maggio 2011. Elezioni che portarono al cambio di amministrazione che non rinnovò l’incarico all’Egercu, però trovò che in bilancio mancavano quei 10 mila euro che il Comune dava alla rassegna. «Sono sereno», ha commentato Falconio, «convinto che la giustizia farà chiarezza in mio favore». (t.d.r.)
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