Frane, 27 cantieri aperti a nove anni dai lavori

Il Comune scrive alla Provincia per sapere a che punto siano le opere Di Naccio: «Se non vengono fatti i collaudi non possiamo chiedere altri fondi»

LANCIANO. «Verificare lo stato di avanzamento dei lavori, chiudere i cantieri con il collaudo definitivo e riconsegnarli, altrimenti molte opere non entrano in funzione e non possiamo accedere ai finanziamenti regionali per le frane». È la richiesta che l’assessore ai lavori pubblici, Antonio Di Naccio, fa alla Provincia rispetto ai 27 cantieri aperti 9 anni fa per il consolidamento delle aree a rischio idrogeologico conseguenti alle alluvioni del gennaio 2003 che provocarono crolli e smottamenti in città e che costrinsero molte famiglie, in particolare quelle residenti in via Belvedere e ai Bastioni, a lasciare le proprie case. Cantieri che, dopo anni, ancora non sono stati chiusi.

La Provincia nel 2004 investì 7.250.000 per mettere in sicurezza con sistemi di palificazione, gabbie e terreni rinforzati alti anche 30 metri, un costone friabile di 7 chilometri che si snoda dal Belvedere a Santa Giusta, Olmo di Riccio, via Panoramica, via per Frisa, Diocleziano, Sant’Egidio e Lancianovecchia. Ventisette cantieri, con opere imponenti che però non sono stati collaudati, o meglio, hanno subito ormai un collaudo naturale visto che hanno resistito alle intemperie, ma non sono stati riconsegnati al Comune. Anzi, finora la Provincia ha riconsegnato solo il cantiere di via Belvedere, nel 2010, tanto che il Comune ha potuto emettere la revoca dell’ordinanza di sgombero emessa nel 2005 per motivi di sicurezza agli inquilini del palazzo che sorge in via Belvedere e della famiglia che vive nella villa accanto che dovettero lasciare le proprie case per lo smottamento che si aprì proprio sotto le abitazioni. Poi più nulla.

A Santa Giusta i lavori pare non siano stati ancora ultimati. Nella contrada la Provincia ha realizzato due muri di contenimento che, però, hanno ceduto con le piogge. I muri si sono aperti e hanno costretto l’ente a fare una seconda gabbionatura. «I lavori, se sono stati finiti, non sono stati comunque riconsegnati», dice Di Naccio, «ufficialmente i cantieri sono ancora aperti e questo crea dei problemi. Ad esempio alcune opere realizzate non soni in funzione. Come i pozzi drenanti; non c’è la corrente per farli funzionare quindi non stanno svolgendo la loro funzione. Altro problema è che la Regione ci ha detto che se la Provincia non chiude i lavori non possiamo accedere ai fondi per le frane che per noi sono indispensabili visto che parte di quei fondi servono proprio per completare i lavori della Provincia a Lancianovecchia e al Belvedere. Scriverò di nuovo all’ente per chiedere delucidazioni sui lavori, allo stato dei cantieri, su quanto fatto e, se tutto è stato ultimato, che ci siano riconsegnati i cantieri».

Teresa Di Rocco

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