Frane a Santa Giusta, consolidamento a metà

Sopralluogo della Provincia nella zona dello smottamento di dieci giorni fa Di Prinzio: «Un’area è fuori da quella finanziata, attendiamo fondi regionali»

LANCIANO. Una parte dei lavori si possono fare subito, perché inseriti nel cantiere aperto a Santa Giusta per il consolidamento delle aree a rischio idrogeologico. Per un’altra parte, bisogna invece attendere l’autorizzazione della Regione a utilizzare le economie derivanti da quei lavori perché non sono inseriti nelle aree oggetto degli interventi avviati 9 anni fa dalla Provincia per bloccare le frane che stavano sgretolando parti di Lanciano. È questo il responso del sopralluogo effettuato dai tecnici della Provincia a Santa Giusta dove a causa delle piogge del 2 dicembre scorso si sono verificate frane, smottamenti e distacchi del terreno mettendo a rischio 4 abitazioni, in particolare alcune cantine che sono rimaste in bilico, tra la terraferma e il vuoto sottostante.

«I lavori devono essere divisi», spiega l’assessore provinciale Donatello Di Prinzio, «perché una parte sono inseriti nell’area dove già sono state fatte le opere per bloccare il movimento franoso della collina a valle e prevedono la sistemazione di una rete paramassi, da fissare ai micropali già apposti. Un’altra parte è appena fuori dall’area oggetto degli interventi e allora dobbiamo redigere un progetto da inviare in Regione assieme alla richiesta di poter utilizzare le economie derivanti dai lavori sulle aree a rischio idrogeologico per risolvere una situazione di emergenza». Procedimento, quest’ultimo, che porterà via un po’ di tempo. Che però non c’è. I residenti, che hanno chiesto aiuto alla Provincia e al Comune che ha emesso un’ordinanza in base alla quale gli abitanti non possono andare nel retro delle case, nelle cantine sotto cui si stanno aprendo dei baratri, tramite anche la sezione di Lanciano di Italia Nostra, temono che un’altra pioggia torrenziale possa portare ad altri distacchi sul crinale della scarpata adiacente la “Gunite” che è rimasta anche senza le querce che contribuivano a reggere il terreno, perché sono sprofondate a valle. Distacchi che significherebbero il crollo delle cantine e problemi poi alle case.

«La situazione è estremamente grave», ha detto e ripetuto Pierluigi Vinciguerra residente e presidente della sezione frentana di Italia Nostra che vuole vederci chiaro sui lavori effettuati. «Il muro di contenimento fatto alcuni anni fa ha ceduto con le piogge ed è stato ricostruito con una seconda gabbionatura», ha ricordato Vinciguerra, «ora si stanno verificando altri distacchi su aree dove gli interventi dovevano essere conclusi». Ma i 26 cantieri delle frane sono ancora aperti perché problemi burocratici frenano i collaudi.

Teresa Di Rocco

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