LANCIANO

«Frustate col rosario per rafforzare la fede»

Le testimonianze choc in aula contro il parroco don Andrè

LANCIANO. «Don Andrè decideva della nostra vita: come vestirci, chi frequentare, con chi fidanzarci, dove lavorare. Glielo dicevano gli Angeli e la Madonna. Se non si rispettavano le regole c’erano punizioni pubbliche: cellulari e motorini tolti, stare in ginocchio in chiesa con le braccia a forma di croce. C’erano anche le penitenze, per rafforzare le fede, come strisciare in ginocchio sul pavimento della chiesa, leccarlo facendo il segno della croce. Siamo arrivati una volta anche a farci frustare come i Santi. Era un manipolatore, ma questo lo abbiamo capito dopo». Sono le testimonianze di M.C. 27 anni e V.C. 24 anni entrambe di Lanciano, davanti al giudice Andrea Belli su don Andrè Luiz Facchini, ex parroco di sant’Agostino fuggito in Brasile nel 2012, a processo per violenza privata aggravata, lesioni personali, violazione di domicilio, ingiurie, minacce e molestie telefoniche perché avrebbe «fatto credere ai giovani della Legio Sacrorum Cordium, associazione da lui fondata di avere un filo diretto con la Madonna e gli angeli custodi che tramite lui inviavano disposizioni su come gestire la loro vita». Avrebbe fatto subire ai ragazzi penitenze di tipo corporale, anche frustate sulla schiena nuda con il rosario, quando questi “violavano” le regole che lui imponeva. Il prete è anche parte offesa per le lesioni ricevute da due fratelli M.R. 35 anni e S.R. 31 anni, il 28 ottobre 2011. Un processo che rischia di essere prescritto se non si chiude entro l’anno. E sarebbe una sconfitta per le 12 parti offese, di cui 2 parte civili, ragazzi della Legio che per quanto vissuto sono stati anche in cura dagli psicologi. «Nella legio sono entrata subito e ho accettato le regole che erano spirituali», racconta M.C. «e che poi sono diventate anche pratiche, come non frequentare amici fuori dal gruppo, alzarsi presto al mattino, andare a dormire alle 23. A me don Andrè ha spinto al fidanzamento con S.R. (imputato per lesioni al prete, ndc). Diceva che gli angeli, la Madonna gli avevano detto che eravamo fatti per stare assieme». Ma i due quando hanno iniziato a frequentarsi e ad allontanarsi dalla Legio, sono stati additati come demoni. «Credevamo di poter vivere la nostra vita di coppia» dice M.C. «invece sono iniziate minacce, telefonate anonime, sms perchè don Andrè era troppo legato al mio fidanzato. Ci sono cose che non voglio ricordare». La ragazza era poi corsa a casa del fidanzato quando la notte del 28 ottobre 2011 don Andrè fu picchiato. «Quando sono arrivata alle 3 c’erano i carabinieri» dice «che su indicazione del prete trovarono della droga dietro la targa della macchina del mio fidanzato. Lui ci malediva: la vostra vità sarà un inferno, lui è uno spacciatore. Ma lui alle 3 di notte che ci faceva li? Da quella notte però io e il mio ragazzo ci siamo allontanati e poi lasciati». M.C. ha fatto un accenno anche alle frustate date dal parroco durante un ritiro a Vigolo «Tre frustate per ogni anima da salvare. Ce l’aveva proposto, come esempio per rafforzare la fede e salvare anime», dice a voce bassa «io l’ho raccontato a mia madre che è rimasta scioccata». «Nella legio era don Andrè a stabilire le regole», dice C.V. «e diceva che in sogno gli angeli custodi gli rivelavano che fare delle nostre vite. Il mio angelo era Oriel. Un angelo che potevo perdere se non rispettavo le regole. Voleva sapere tutto della nostra vita: dai sogni a quello che facevamo durante la giornata. Se non rispettavamo le regole, dall’ora in cui andare a dormire, all’uso del cellulare, agli amici e ai locali da frequentare c’erano punizioni e penitenze». La ragazza afferma anche che se qualcuno faceva peccato si veniva a sapere: «don Andrè violava il segreto confessionale e spifferava a tutti i peccati della comunità. Nel 2011 ho cominciato ad allontanarmi. Mi iniziò a minacciare: mi disse che aveva sognato il demonio», racconta con voce tremante «che mi prendeva per i capelli e mi trascinava via. Poi, sfruttando la mia paura per i ragni, disse che tutti i miei peccati si trasformavano in ragni. Erano i demoni che venivano da me se uscivo dalla Legio. Ne sono uscita, a fatica».