ABRUZZO

Giù la produzione Stellantis, anche Atessa interrompe la crescita

I dati del sindacato Fim-Cisl a Torino: nel semestre registrato un -25%. Tutti gli stabilimenti sono in rosso a eccezione di Pomigliano e della Val di Sangro: 'Il governo ci convochi entro luglio'

ATESSA. E' in forte calo la produzione di Stellantis in Italia: secondo i dati della Fim Cisl, che ha presentato a Torino il suo report, nel primo semestre del 2024 dalle fabbriche Stellantis sono usciti 303.410 veicoli commerciali e auto, il 25,2% in meno dello stesso periodo dell'anno scorso. A fine anno, secondo la Fim Cisl, la produzione sarà poco sopra i 500mila veicoli a fronte dei 751mila del 2023, la metà della soglia per il 2030 indicata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e condivisa da Stellantis.

"Il governo rispetti l'impegno di convocarci entro luglio a Palazzo Chigi per definire impegni e garanzie per il rilancio di un settore in difficoltà", afferma il segretario generale della Fim, Ferdinando Uliano. Nel semestre sono state prodotte 186.510 auto, il 35,9% in meno del 2024 mentre per i veicoli commerciali si registra una crescita del 2% a 117.000 unità. Tutti gli stabilimenti sono in rosso a eccezione di Pomigliano e Atessa - la più grande fabbrica abruzzese dove si produce il furgome modello Ducato -, dove comunque la produzione rallenta: si va dal -57,6% di Melfi al -63% di Mirafiori.

Un dato negativo - sottolinea la Fim Cisl - condizionato dal ritardo degli incentivi per le auto ecologiche partiti un mese fa e dal rimbalzo negativo dopo un 2023 in crescita una volta superati i problemi nelle forniture determinati dal Covid e dalla mancanza di semiconduttori. Il Polo produttivo di Mirafiori perde volumi sulla 500 elettrica e non riesce più a compensare il continuo calo delle Maserati. Gli stabilimenti di Melfi e Cassino subiscono l'attesa verso la transizione alle future produzioni sulle due nuove piattaforme Stla Medium e Stla Large previste nel 2025. Per i veicoli commerciali Lvc di Atessa di fatto si è interrotta la crescita rispetto al 2023 (+2%), che si era riscontrata invece nel primo trimestre (+28,5%).

@RIPRODUZIONE RISERVATA