VASTO

Giostra bruciata nella notte sulla riviera 

Danneggiato anche un camion. Testimoni raccontano di un uomo incappucciato vicino al luna park chiuso prima del rogo

VASTO. Fuliggine e cenere al posto dei giochi colorati. Lo scheletro annerito, in parte liquefatto, e il tetto pericolante della giostra del lungomare Duca degli Abruzzi, a due passi dalla spiaggia, racconta l’ennesimo rogo di natura dolosa appiccato in città. Il fatto è avvenuto mercoledì sera poco dopo le 23. Ad avvalorare la tesi del dolo c’è il racconto di alcuni testimoni che hanno visto la sagoma di un uomo, con indosso una felpa scura con cappuccio, avvicinarsi alla giostra poco prima che divampassero le fiamme. L’ombra arrivata dalla spiaggia si sarebbe allontanata subito dopo in direzione del mare. Sul posto, per domare il rogo, sono intervenuti i vigili del fuoco di Vasto e Gissi, le indagini sono affidate alla polizia. «Stiamo verificando se le immagini delle telecamere della videosorveglianza possono aiutarci ad identificare il presunto piromane», dice il dirigente del commissariato di Vasto Fabio Capaldo, «considerato che era buio, che il luna park era spento e che l’uomo il quale si è avvicinato alla giostra indossava un cappuccio, sarà difficile, però, identificarlo». L’incendio ha completamente distrutto la giostra, danneggiando anche un camion parcheggiato a poca distanza e la cabina dei gommoni ad acqua. I soccorritori sono stati bravi a spegnere le fiamme prima che potessero distruggere tutte le attività ludiche del luna park in via di smobilitazione. Anche se l’estate è agli sgoccioli sulla riviera al momento del rogo c’erano diverse persone, tra cui qualche turista, a passeggio. Sono stati loro a lanciare l’allarme ai soccorsi. «Se qualcuno ha notato particolari che possono essere utili alle indagini, aiuti la città e la legalità collaborando. L’anonimato è garantito», è l’appello di Capaldo. Quel cumulo di cenere lascia l’amaro in bocca e conferma che lo slogan di “Vasto isola felice” viene sistematicamente smentito da episodi inquietanti. In questi giorni all’Aquila si celebra il processo d’appello ai 62 imputati dell’operazione Adriatico. Inevitabile non ricordare che fra gli episodi contestati agli accusati ci sono diversi incendi. Fuoco e attentati sono un binomio che da dodici anni angoscia il territorio: 162 (esclusi quelli a danno dell’ambiente) gli incendi subiti. Gli obiettivi in genere sono mirati. Il motivo scatenante è ogni volta diverso. L’esecutore spesso ha già fatto i conti con la giustizia. Spesso agisce per futili motivi o per infliggere una punizione. Il fuoco, purtroppo, distrugge e cancella ogni traccia.
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