Giovani e abbandono del Vastese «Più incentivi e aiuti a restare» 

Laviano (Fim): il Sud dell’Abruzzo soffre. Conti (Casalanguida): preoccupati ma segnali incoraggianti Di Florio (Cupello): piani lungimiranti. De Nicolis (San Salvo): molti sono rientrati perché qui si sta bene

VASTO. L'autunno è la stagione dell'esodo dei giovani verso il nord. Da qualche anno dal Vastese si va via come non accadeva da oltre un secolo. Ma a pagare di più sono le cosiddette "aree interne", dove sono più precari i collegamenti, poche le scuole, la sanità è in affanno, ma soprattutto sono poche le opportunità del mondo del lavoro. «La criticità legata all'automotive sta influendo», afferma Marco Laviano, segretario Fim Cisl invocando politiche attive, «il sud dell'Abruzzo è in sofferenza. Mancano opportunità lavorative a tempo indeterminato», rimarca il sindacalista. Se i giovani locali vanno via, arrivano però molti stranieri. Vasto e il territorio cambiano volto. Ci sono poi paesi come San Salvo, dove invece i giovani rimangono. «Il calo demografico nel Vastese è una realtà preoccupante», conferma Luca Conti, sindaco di Casalanguida, «soprattutto per quanto riguarda i giovani che lasciano il territorio in cerca di opportunità lavorative altrove. Tuttavia, pur essendo un fenomeno che desta preoccupazione, negli ultimi anni abbiamo visto alcuni segnali incoraggianti, come l’aumento di persone, spesso straniere, che scelgono di trasferirsi nelle aree interne, acquistando immobili per viverci. Questo dimostra che il territorio ha un certo potenziale attrattivo. Per cercare di invertire il trend della fuga dei giovani, stiamo lavorando su diversi fronti. Oltre a creare e migliorare i servizi per le famiglie che vivono qui, abbiamo puntato sull’infrastruttura digitale e sul lavoro agile. Inoltre, sarà cruciale attuare una politica mirata, con incentivi per l’apertura di nuove attività, il sostegno all’imprenditorialità giovanile e lo sviluppo di reti di trasporto e comunicazione più efficienti».
Per il sindaco di Vasto, Francesco Menna, bisogna investire sulle risorse. «Occorre investire sul porto», afferma Menna, «va fatta la variante di Valle Cena, puntare sulla digitalizzazione e salvando procura e tribunale». Per Graziana Di Florio, sindaco di Cupello, il fenomeno deve essere affrontato con incentivi e iniziative mirate: «bisogna lavorare sui progetti solidi e lungimiranti per incentivare le imprese locali. Occorre investire e creare nuovi posti di lavoro». La ricetta del sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, è leva fiscale e miglioramento dei servizi. Per il collega di Torino di Sangro, Nino Di Fonso, invece, bisogna puntare sulla formazione. Ottimista e niente affatto preoccupata è il sindaco di San Salvo, Emanuela De Nicolis. «I nostri giovani», afferma De Nicolis, «devono sentirsi liberi di fare le loro scelte. Scelte che non devono essere viziate da incentivi magari temporanei. Dobbiamo lavorare su misure di lungo respiro. Molti dei nostri giovani sono andati fuori, ma va detto che altrettanti sono rientrati. A San Salvo si vive bene. A tornare è soprattutto chi decide di voler mettere su famiglia in una città che offre buoni servizi e la qualità della vita è ancora alta».
In un momento estremamente difficile per il settore dell'automotive, i sindacati apprezzano il modus operandi della Pilkington: il colosso internazionale del vetro con grande attenzione e passi misurati sta comunque assorbendo giovani. L'azienda ha investito anche sul rinnovamento delle linee produttive. «Sono strategie positive», afferma Emilio Di Cola della Filtcem, «valorizzare un giovane significa mettere le basi per un futuro più sereno per i lavoratori e per l'economia del territorio».
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