Giro d’Italia, strade a pezzi per la San Salvo-Pescara

Il tracciato teatino indicato dalla Carovana rosa è logoro e dissestato avrebbe bisogno di lavori per 4 milioni che la Provincia non può commissionare

LANCIANO. Su 162 chilometri di percorso abruzzese, da San Salvo a Pescara, del prossimo Giro d'Italia, quasi il 90% della tappa ciclistica è dissestato e alcune strade sono tra le peggio messe di tutta la provincia di Chieti. Come se non bastasse non ci sono soldi nelle casse provinciali per prevedere il restyling delle strade.

Si presenta con un grosso interrogativo la settima tappa del Giro d'Italia, l'appuntamento più atteso dagli amanti delle due ruote. L'Abruzzo e la Provincia di Chieti rischiano di fare una brutta figura. Le due ruote dei campioni provenienti da tutto il mondo dovrebbero percorrere gran parte delle zone interne, da San Salvo a Pescara, passando per Mondeodorisio, Casalbordino, Torino di Sangro, Paglieta, Lanciano, Castel Frentano, Guardiagrele, San Martino sulla Marrucina, Casacanditella, Vacri, Villamagna, Ripa Teatina per poi sfociare a Chieti e infine nel Pescarese. Chi percorre quotidianamente strade come la ex statale 363 oppure la ex statale 81 da Guardiagrele a Chieti, oppure le zone interne di San Salvo sa bene che il percorso è un terno al lotto quando viene affrontato in auto, figurarsi se bisogna adattare quelle strade alle prescrizioni ferree della carovana rosa. La Provincia ha già dichiarato di essere in pre-dissesto finanziario. Non ha fondi nemmeno per l'ordinaria manutenzione, e l’amministrazione non può certo sborsare tra i 3 e i 4 milioni di euro per adeguare il tracciato alle esigenze del Giro d'Italia.

«Fermo restando che sul piano sportivo questa iniziativa è da non perdere» interviene il vice presidente della giunta provinciale Antonio Tavani, delegato ai Lavori pubblici e alla Viabilità, «è da rimarcare l'aspetto delle condizioni generali della viabilità che in diversi tratti, fatta eccezione per alcuni chilometri della statale 16 e via del Mare a Lanciano, presenta uno stato assolutamente precario. La Provincia come ente intermedio non è stato mai preso in considerazione» prosegue Tavani «nessuno è stato interpellato per avallare o contestare questa decisione ed è assolutamente chiaro che l'ente non può sostenere questa spesa. Se da un lato plaudo all'iniziativa» chiosa il vice presidente «dall'altro, sono fortemente preoccupato: vogliamo risposte certe dalle amministrazioni che sopravvivono al dissesto finanziario di questi mesi, ovvero Regione e governo, per capire come pensano di gestire questa situazione». (d.d.l.)

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