Gli abiti di Angelini in vendita a Villa Pini

Oltre 1000 capi di sartoria e 500 paia di scarpe griffate all'asta per il fallimento dell'ex patron della clinica

CHIETI. Cappotti, trench e maglie di Battistoni e Brioni, 500 paia di scarpe e scarponcini fatti a mano, su misura, molti di Silvano Lattanzi o Church's o Edward Green, dal prezzo originario, ogni paio, anche di 2000 euro; giacche di Loro Piana, Ralph Lauren, Fedeli, Zegna, Hermes, cappelli Borsalino per un totale di oltre mille capi spalla, 300 giacche e oltre 200 camicie, centinaia di cravatte, calzini di filo di Scozia anche questi griffati. Sono tutti capi abbigliamento delle migliori marche che fino a un anno fa erano dell'ex magnate della sanità Vincenzo Angelini, ora fanno parte della massa fallimentare del crac delle sue ex società, in vendita al pubblico dal 22 luglio, custoditi in uno dei magazzini a piano terra della clinica Villa Pini.

Sembra di entrare in una boutique vera e propria, di roba nuovissima, alcuni abiti o scarpe hanno ancora con il cartellino del prezzo attaccato, da fare invidia alle migliori delle grandi città, aperta tutti i giorni dalle 9 alle 11 e dalle 16 alle 18 fino al 26 agosto.

I prezzi sono straordinari se si considera quelli originari. Il valore attuale accertato dal perito Ivan Bonanni, merceologo, è di circa 280 mila euro. L'esperto ha valutato tutti i beni «deprezzandoli» anche di oltre la metà del loro valore per l'evidente particolarità del genere, molti dei quali di alta sartoria, o calzature realizzate su misura e quindi di un solo numero (42-43) e facendo riferimento al loro stato di conservazione, tuttavia quasi sempre ottimo.

Taglia forte quella di Vincenzo Angelini, le maglie prevalentementi di cachemire, custodite in ordine in scatoloni sono tutte XXXL. Così come i trench di Brioni o i cappotti Burberry. Che ora non starebbero bene neanche a lui, considerato che l'ex re delle cliniche private sembra essere molto dimagrito.

Dal 22 luglio fino ad oggi, gli operatori della curatela fallimentare coordinata dalla dottoressa Giuseppina Ivone, hanno venduto il 20 per cento dei beni. Tra quelli già venduti un centinaio bottiglie di champagne di grandi marche, ma soprattutto vini pregiati, Valentini, o Brunello di Montalcino. Su uno scaffale ne sono rimasti solo dieci. (k.g.)

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