Gli avvocati ricorrono alla Corte di giustizia

VASTO. Prosegue l’astensione dalle udienze degli avvocati del foro di Vasto per protestare contro l’accorpamento del tribunale istoniense a Chieti. Le toghe torneranno in aula mercoledì. Nel frattempo il presidente del Consiglio dell’ordine, l’avvocato Nicola Artese, si appellerà alla Corte di giustizia. «Il giudice deve essere vicino al cittadino. Non si può certo dire che per un residente di Castiglione Messer Marino il tribunale di Chieti sia vicino», rimarca l’avvocato Artese.

E poi ci sono i costi. Spese abnormi e assurde (si parla di tre milioni di euro) per attuare la riforma. «Non sarà lasciato nulla di intentato», assicurano gli avvocati di Vasto decisi a fare pressing sul ministro della Giustizia per trovare soluzioni che riparino aduna legge che, a detta di tutti, non porterebbe alcun risparmio nelle case dello Stato ma solo disagi alla popolazione.

Il riordino delle circoscrizioni giudiziarie non piace a nessuno. «Non si tratta di una campagna campanilistica, ma di una battaglia a tutela del diritto alla difesa e alla giustizia», rimarca il presidente Artese. Gli avvocati hanno dimostrato con i fatti che per un presidente del Medio e Alto Vastese sarebbe necessarie una lunga e faticosa trasferta per raggiungere il capoluogo teatino. Gli avvocati non si arrendono e soprattutto non considerano ancora chiusa la partita. C’è tempo fino al 2015 per riuscire a trovare una soluzione e salvare l’occupazione di tanti dipendenti del palazzo di giustizia di via Bachelet. In due anni le toghe (e l’auspicio è che lo stesso facciano i politici) cercheranno di convincere il governo che si può migliorare la giustizia riducendo i costi ma non i tribunali. E contestualmente ai ricorsi è probabile che vengano decise anche altre forme di protesta. (p.c.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA