«I balneatori devono rispettare le leggi»
Casalbordino, il sindaco Bello interviene sull’ordinanza del Tar: nessun bando sequestrato in Comune
CASALBORDINO. «I balneatori non hanno vinto alcunché al Tar, né tantomeno alcun bando è stato sequestrato dalla Finanza. Circa la sventolata vittoria al Tar non c’è stata alcuna sentenza nel merito se non un’ordinanza che “sospende l’atto impugnato nella parte relativa agli interessi del ricorrente” che non si capisce quali possano essere. Il Comune non si è neppure costituito nella fase della sospensiva perché inutile al corso normale della legalità e della giustizia». Lo sostiene il sindaco di Casalbordino, Remo Bello, intervenendo sulle polemiche sorte di recente sulla vicenda delle concessioni balneari.
«Il consiglio comunale nella seduta del 7 dicembre scorso», sostiene il primo cittadino in una nota, «non fa altro che dare indirizzi di massima per la rivisitazione del Piano demaniale comunale marittimo per porre rimedio al procedimento amministrativo relativo alle assegnazione delle concessioni demaniali marittime consumatosi durante l’ex amministrazione del sindaco Maria Celano con Luigi Di Cocco vicesindaco e che il tribunale di Vasto nell’ordinanza 1.764 del 14 febbraio 2011 ritiene sia viziato da gravissime irregolarità. Non è vero che quella seduta di consiglio abbia modificato la temporaneità o meno delle concessioni, tant’è che i concessionari che hanno partecipato e vinto per le strutture temporanee devono obbligatoriamente rimuovere le stesse a fine stagione senza accampare interpretazioni pretestuose inspiegabilmente avallate e fomentate dal consigliere di minoranza Di Cocco e fatte proprie nelle linee difensive dall’avvocato Fanghella per conto di un concessionario con strutture temporanee».
«Il consiglio», prosegue Bello, «nella delibera quadro del 21 maggio 2012, ribadito nella collegata deliberazione di indirizzo del 7 dicembre, non ha fatto altro che ricordare a quanti avrebbero voluto evitarla per propri fini e interessi economici quanto già statuito e regolamentato negli atti concessori e cioè che a termini dell’art. 47 del codice della navigazione l’amministrazione può dichiarare la decadenza del concessionario: per mancata esecuzione delle opere prescritte nell’atto di concessione, o per mancato inizio della gestione, nei termini assegnati; per non uso continuato durante il periodo fissato a questo effetto nell’atto di concessione, o per cattivo uso; per mutamento sostanziale non autorizzato dello scopo per il quale è stata fatta la concessione; per omesso pagamento del canone per il numero di rate fissato a questo effetto dall’atto di concessione; per abusiva sostituzione di altri nel godimento della concessione; per inadempienza degli obblighi derivanti dalla concessione, o imposti da norme di leggi o di regolamenti».
Secondo il sindaco «in questa vicenda ciò che è inaccettabile e che sarà posto all'attenzione della magistratura, è l'insistenza del consigliere di minoranza Di Cocco, autore del contestato piano spiaggia anche da parte della Soprintendenza per i beni archeologici, che nel dire il non vero, ingenera convinzioni e aspettative da parte dei concessionari sulla fissità delle strutture balneari che tali non sono. Farò rispettare fino in fondo le norme nella piena legalità dell’azione amministrativa che troppo spesso nel passato è stata violata».
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