I genitori: «Vai via di casa» E il giudice allontana il figlio

I coniugi: frequenta amicizie pericolose e consuma saltuariamente marijuana Ordinanza di protezione del tribunale per un giovane adottato da piccolo

LANCIANO. È diventato un senzatetto nel giro di pochi minuti, a 34 anni e senza un lavoro, quando qualche giorno fa i carabinieri di Lanciano gli hanno notificato l’“ordine di protezione” adottato dalla presidente del tribunale, Maria Gilda Brindesi, lasciandolo senza parole. Alla giudice si erano rivolti i genitori adottivi, chiedendo di allontanare da casa quel figlio che, secondo loro, frequenta amicizie poco raccomandabili e consuma saltuariamente marijuana.

Le discussioni in famiglia erano arrivate a un’esasperazione tale che madre e padre non sopportavano più neppure il fumo delle sigarette dell’uomo adottato quando era un bambino, definito «un accanito tabagista» e anche per questo diventato una presenza troppo ingombrante in casa. Così, dopo che i carabinieri hanno raccolto informazioni sul 34enne lancianese, la giudice ha detto sì al provvedimento che prevede il suo allontanamento da casa per sei mesi. Per lui nessuna alternativa: in pochi minuti ha dovuto raccogliere gli effetti personale, arraffare qualche vestito, prendere il cane che aveva adottato da qualche tempo e girare per Lanciano in cerca di un tetto sotto cui ripararsi.

«Attualmente è senza fissa dimora», spiega l’avvocato Andrea Cerrone che lo assiste, «ha preso atto di quanto voluto dai genitori, ma vive una condizione di grande debolezza: per la prima volta si trova senza un tetto». Una ferita aggravata dal fatto che quell’allontanamento è stato voluto dalle stesse persone che più di 30 anni fa hanno deciso di donargli nuova vita con l’adozione.

Il 25 novembre è fissata nel tribunale di Lanciano un’udienza per instaurare il contraddittorio fra le parti. «Mi rendo conto che il mio assistito possa essere un po’ esuberante», prosegue il difensore, «e il rapporto è irrimediabilmente compromesso. Ma tenterò una conciliazione, sperando che si giunga a un accordo in modo che il rapporto genitori-figlio non venga logorato. Spero ci sia la possibilità che l’uomo possa tornare a casa gradualmente, magari cominciando a frequentarla come ospite mantenendo rapporti cordiali. La situazione è complicata», conclude l’avvocato Cerrone, «perché il grande gesto d’amore che hanno compiuto i genitori quando hanno deciso di adottarlo rischia di essere macchiato da questa brutta vicenda». In caso contrario a 34 anni, disoccupato, avrà l’obbligo di non avvicinarsi neppure alla madre e al padre.

Francesca Rapposelli

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