dopo la polemica sui falò
I giovani: vogliamo collaborare allo sviluppo della città
VASTO. Dialogo, corresponsabilità, sicurezza e legalità, sviluppo. Si snoda su questi quattro punti il programma di “collaborazione civica” che i rappresentanti della Consulta giovanile intendono...
VASTO. Dialogo, corresponsabilità, sicurezza e legalità, sviluppo. Si snoda su questi quattro punti il programma di “collaborazione civica” che i rappresentanti della Consulta giovanile intendono presentare al sindaco, Luciano Lapenna. L’iniziativa è stata presa dopo il polverone e le polemiche sui falò della notte dei fuochi d’artificio.
«A Vasto sono tanti i giovani che si prendono cura della loro città e quotidianamente si impegnano per la sua crescita culturale, lo sviluppo economico e il progresso sociale», scrive il presidente della consulta, Francesco Del Viscio, in una nota. «I ragazzi sono disponibili a intervenire nel dibattito politico extrapartitico partecipando alla vita civica di Vasto superando la protesta per arrivare alla proposta». Nel ribadire che molti giovani sono convinti promotori della legalità e coscienti dei seri problemi di sicurezza urbana che sta vivendo Vasto, il responsabile della comunicazione della consulta, Michael Leone, chiede all’amministrazione di coinvolgere tutta la città nella formulazione e nella promozione della difesa.
«I giovani vastesi non si indignano solo per i falò, per gli orari dei concerti live, ma anche e soprattutto per la crescita e lo sviluppo di Vasto. Sanno organizzarsi, agire responsabilmente, progettare con creatività e realizzare con competenza». I concetti sono stati ribaditi ieri in un summit che i giovani hanno tenuto nel bar Roma in piazza Rossetti per promuovere un progetto di collaborazione civica con il sindaco e la giunta. «La polemica di Ferragosto ci ha spinto a trasformare una situazione di conflitto in una opportunità per far crescere la partecipazione giovanile alla vita civica della città e accompagnare l’amministrazione. È necessaria una pubblica richiesta di diritti e una pubblica assunzione di doveri». (p.c.)
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