I profughi già nelle zone di destinazione 

Concluso senza problemi l’ennesimo sbarco al porto sotto la regia della prefettura. Sos-Humanity: scalo inutilmente lontano

ORTONA . L’approdo della nave alle 7.55, la ripartenza sui pullman alle 17.30. Si è aperta e conclusa con questi orari la nona operazione di accoglienza dei migranti al porto di Ortona coordinata dalla prefettura di Chieti con il viceprefetto Gianluca Braga: in 106 recuperati in mare giovedì scorso dalla nave Humanity 1. Erano in viaggio su due imbarcazioni rispettivamente con 31 e 75 profughi a bordo quando è scattato il soccorso. Tutti provengono da Bangladesh, Egitto, Eritrea, Pakistan, Palestina, Sudan e Siria. Tra di loro 11 minorenni non accompagnati, tre minorenni accompagnati, 8 donne di cui tre in gravidanza.
«Tutti i 106 sopravvissuti salvati il 20 giugno scorso da due imbarcazioni in pericolo in mare sono sbarcati in sicurezza a Ortona», scrive Sos-Humanity in una nota dopo avere concluso lo sbarco al porto adriatico dei migranti raccolti la settimana scorsa in due operazioni di soccorso al largo della Libia e in acque internazionali. «Dopo i controlli sanitari», riprende Sos-Humanity, «i primi a sbarcare sono stati quelli con bisogni medici speciali, seguiti da minori, donne, famiglie e uomini non accompagnati. Ancora una volta, le autorità italiane hanno assegnato un porto inutilmente lontano per lo sbarco: a cinque giorni di navigazione dal luogo del secondo soccorso. Questa pratica», sottolinea Sos-Humanity, «viola il diritto dei soccorsi ad un tempestivo sbarco in un luogo di sicurezza, e li pone a maggior rischio fisico e psicologico. Rende più assurdo il fatto che spesso vengono trasferiti direttamente in altre parti d’Italia, compreso il sud. Auguriamo ai 106 sopravvissuti il meglio per il loro viaggio e per il loro futuro».
Lunedì il vertice in prefettura per la ripartenza della macchina dell’accoglienza e ieri l’azione operativa portata a termine nel migliore dei modi con la struttura operativa che ha funzionato alla grande. Alle 11 i migranti erano tutti a Tamarete, portati con diversi viaggi dai pulmini della Croce Rossa, nella tensostruttura allestita nell’area artigianale. Qui il completamento delle procedure di rito, con l’attivazione anche dell’eventuale ricongiungimento familiare. Quindi il pranzo e la ripartenza intorno alle 17.30 a bordo di 4 pullman con destinazioni individuate fuori Abruzzo.
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