I Re del caffè si creano la loro piantagione a Chieti
I Di Nisio pionieri in Abruzzo: coltiveranno direttamente il caffè. E il primo esperimento (in piccolo) è già riuscito
CHIETI. Galeotta fu una piantina, una "coffea", meglio conosciuta come la pianta del caffè. Solo che questa volta si va ben oltre il riferimento dantesco (V canto della Divina Commedia), perché la conseguenza non porta certo a spalancare le porte dell’Inferno, ma apre nuove prospettive, importanti nel tempo che viviamo. La pianta di cui si parla, la "coffea", appartiene alla grande famiglia delle rubiacee ed è molto decorativa. Motivo per cui è stata scelta da chi con questa materia ha antica e consolidata dimestichezza, per appartenere ad una famiglia, quella dei Di Nisio che fa parte della storia della torrefazione e della commercializzazione del caffè.
La piantina è stata piazzata in bella evidenza nello stabilimento della Mokambo a Chieti Scalo. Poi la lieta sorpresa: la pianta ha messo prima profumatissimi grappoli di fiori che non sono caduti senza produrre nulla, come era accaduto in precedenti esperienze. Questa volta sono comparse bacche di un intenso colore verde, poi diventato scarlatto, man mano bruno, fino a produrre due chicchi di caffè ognuno. Certo, non una grande produzione, ma alla Mokambo, dice Camillo Di Nisio, che insieme al fratello Enzo e ai figli porta avanti l'azienda, hanno visto quel che è accaduto come un segno del destino, che vale un invito a procedere per strade nuove, a guardare avanti senza crearsi limiti. Un modo, se vogliamo, anche per non arrendersi alla crisi e aprirsi a nuove possibilità di sviluppo.
L'idea maturata a quel punto è di realizzare un impianto sperimentale per produrre caffè, perché quella pianta non resti un episodio isolato. Alla Mokambo sanno bene che è una sfida difficile da vincere, ma sono decisi a tentarla. Il piccolo miracolo che è avvenuto con la pianta, che è entrata in produzione senza dover far ricorso a particolari cure o accorgimenti nella sede dell'azienda, può certamente ripetersi, con adeguati spazi e mirati investimenti. Il terreno è già disponibile e il progetto sta man mano prendendo forma. Immaginate cosa può significare, per chi produce caffè ed è impegnato in prima linea a realizzare il miglior prodotto possibile, poter puntare su qualcosa che nasce in casa e che viene portato, sempre in casa, fino a realizzare qualcosa di veramente speciale. Il percorso può rivelarsi lungo e complicato, anche perché non risulta che in Italia ci siano impianti predisposti per la produzione del caffè, ma vale la pena di affrontarlo. Del resto si parla molto di clima che cambia. In natura si sono già registrati molti mutamenti dovuti appunto a nuove situazioni climatiche, con la presenza di animali e piante che hanno trovato le condizioni per insediarsi ormai anche in gran parte del nostro territorio. Perché non verificare che sia arrivato il momento giusto per produrre anche da noi il caffè?
Il sogno, che alla Mokambo, faranno di tutto per realizzare, è creare quindi una linea di produzione che sia tutta nostra, di questa terra, per arrivare al caffè pronto ad essere servito in tazza. Difficile, ma, come osserva sempre Camillo Di Nisio, se si ripensa a come l'azienda è partita nei lontani anni 70 e a dove si trova oggi, niente impedisce di pensare che si possa ancora andare avanti fino a raggiungere traguardi considerati impossibili.(g.d.t.)