I tecnici: anni per un permesso a costruire

Urbanistica, gruppo di professionisti accusa: autorizzazioni a rilento e norme del Prg farraginose

VASTO. «Le nuove norme tecniche hanno chiarito alcuni aspetti, ma non hanno affatto bloccato la cementificazione della città». È lapidario il giudizio dell’architetto Laura D’Alessandro, presidente dell’associazione dei professionisti del vastese, sulla normativa che, secondo l’amministrazione comunale, ha rimesso ordine nel caos edilizio, mettendo un freno alle colate di cemento. Non è così per la presidente del sodalizio e per una quindicina di tecnici locali presenti alla conferenza stampa organizzata sabato scorso dai gruppi consiliari Progetto per Vasto e Fratelli d’Italia. Da loro sono arrivati giudizi negativi sulla situazione urbanistica, lamentele per i tempi lunghi relativi all’istruttoria delle pratiche e alcuni retroscena sulle norme tecniche, che sarebbero state annullate se il Comune, allineandosi alle sentenze del Tar di Pescara e del Consiglio di Stato, non avesse sottoposto le nuove regole alla valutazione ambientale strategica (Vas).

L’iter travagliato della normativa tecnica è stato ricostruito dai professionisti presenti all’incontro, alcuni dei quali fecero parte a suo tempo del gruppo di lavoro incaricato dall’amministrazione comunale che ha preferito rivisitare la normativa piuttosto che concentrare l’attenzione su una nuova variante al piano regolatore. Il risultato? Norme che sono più il frutto di un compromesso tra le varie anime del centrosinistra, piuttosto che uno strumento per riqualificare il tessuto urbanistico lacerato da un decennio di espansione edilizia a macchia di leopardo e senza una chiara logica pianificatoria.

«Le norme tecniche sono state modificate più volte», racconta l’architetto Ercole Zulli, «prima di essere portate all’attenzione della maggioranza hanno subito un rimescolamento che è durato all’incirca un anno e mezzo. Il risultato è che sono state rivisitate profondamente rispetto alla prima stesura, hanno seguito una procedura non corretta e non sono state sottoposte alla valutazione ambientale strategica che invece era necessaria. Sono mancati anche alcuni importanti passaggi», annota ancora Zulli, «come l’annullamento di una serie di delibere interpretative approvate dalla precedente amministrazione comunale».

Insomma, un gran pasticcio secondo i tecnici locali che lamentano anche una serie di difficoltà. «Stiamo vivendo una situazione gravissima», aggiungono i professionisti, «alla crisi dell’edilizia si aggiungono una serie di criticità. Per istruire una pratica e per il rilascio del permesso a costruire si superano abbondantemente i 60 giorni previsti dalla legge, a volte anni. Spesso c’è troppa discrezionalità da parte dei tecnici comunali. Bisogna cambiare rotta».

Anna Bontempo

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