Il caso Rianimazione in Comune Marsilio: due posti letto bastano 

Il presidente della Regione e l’assessore Verì in città per gettare acqua sul fuoco delle polemiche Insorge l’opposizione: «Hanno fatto una riunione solo del centrodestra, irrispettoso non invitarci»

LANCIANO. «Al momento sono operativi due posti di rianimazione sufficienti per il fabbisogno dell’utenza ospedaliera e dell’area frentana e consentono anche di garantire la funzionalità dei posti letto dell’Utic (Unità di terapia intensiva cardiologica, ndc), che subirà importanti interventi di ristrutturazione. A chi grida allo scandalo perché non sarebbero più disponibili i sei posti letto iniziali di rianimazione, dico che il loro numero era tre volte tanto quelli previsti dalle normative sanitarie»: è il presidente della Regione, Marco Marsilio, a gettare acqua sul fuoco delle polemiche per la mancata riapertura della rianimazione, chiusa dal 5 agosto scorso per lavori di bonifica amianto e non riaperta, come previsto, il 14 ottobre con 4 letti dei 6 che aveva spostati a Chieti e due rimasti nel blocco operatorio. Parole dette da Marsilio nella riunione svolta venerdì sera a Palazzo di città con il sindaco Filippo Paolini, la giunta e i consiglieri di maggioranza, l’assessore regionale alla salute Nicoletta Verì, alle attività produttive Tiziana Magnacca, ai direttori generale e sanitario della Asl Thomas Schael e Flavia Pirola, alcuni tecnici e medici Asl e il consigliere regionale Nicola Campitelli. Marsilio che ha anche precisato «che il temporaneo ridimensionamento della rianimazione ha consentito addirittura di raddoppiare il numero degli interventi chirurgici nell’ospedale visto che gli anestesisti sono stati riconvertiti nell’assistenza in sala operatoria».
Insomma reparto tagliato del 70 % senza problemi sollevati anche dai sindacati di categoria. «La presenza del presidente che è venuto a Lanciano era necessaria per capire cosa accade», spiega Paolini. «C’è un problema concreto e impellente che è l’Utic non a norma: c'è un esposto che parla di “decadimento dell’unità” che deve essere spostata e lo sarà, in modo temporaneo, in rianimazione. Il presidente poi ha detto ai tecnici Asl di riprendere il progetto del 2015 di ristrutturazione del reparto (quello originario dell'Utic al terzo piano della palazzina centrale del presidio, non dove è oggi che non sarebbe a norma, ndc), e rivederlo; di sicuro il prezzo salirà a 2,5 milioni che coprirà la Regione. Si sta lavorando per avere altri due letti di rianimazione. Infine il Renzetti resta Dea di 1 livello come confermato da Verì».
Ma le parole di Marsilio, Paolini e soprattutto la riunione a porte chiuse non sono andate giù all'opposizione. «È surreale che dopo sei anni di governo Marsilio e di dg Schael, solo oggi parlino del problema strutturale dei locali Utic», commenta il consigliere Leo Marongiu (Pd). «Grave inoltre che il presidente dichiari che al Renzetti erano previsti anche troppi posti letto per rianimazione e che oggi, grazie alla chiusura del reparto, siano anche aumentate le prestazioni chirurgiche: a questo punto potrebbe chiudere direttamente l’ospedale e raccontare che non esistono più malattie nell’area di Lanciano e del Sangro/Aventino». «Abbiamo chiesto un consiglio comunale sulla sanità e uno straordinario sulla rianimazione e loro si chiudono in Comune? È un grave sgarro alla città», aggiunge il consigliere Lorenzo Galati (Pd). «Le dichiarazioni del presidente Marsilio lasciano più dubbi di prima sul futuro del Renzetti», commenta il consigliere Giacinto Verna (Azione), «fa confusione sugli anestesisti e ci vuole convincere che ci è stato fatto un regalo perché il taglio della rianimazione ha fatto raddoppiare gli interventi chirurgici: non è così. Irrispettoso poi non invitare i consiglieri di opposizione a discutere su un tema fondamentale che colpisce tutti: ma questo è lo stile dell’amministrazione Paolini».