Il Comune: mancano i fondi per gli stipendi

Bilancio approvato: a rischio la mensilità dei dipendenti. Meno indennità ai consiglieri

LANCIANO. Il Comune non ha soldi liquidi disponibili. E' quanto emerge dall'approvazione, seppur all'unanimità del consiglio, del bilancio consuntivo 2010 da dove viene fuori la difficoltà di pagare perfino gli stipendi dei dipendenti. Come segnale di sobrietà sono stati ridotti del 10% l'indennità del presidente del consiglio e i gettoni di presenza dei consiglieri.

La proposta di azzerare fino al 31 dicembre 2013 le indennità e i gettoni di presenza del consiglio era arrivata dalle file della minoranza per iniziativa del consigliere Eugenio D'Ovidio (lista "Con Bozza sindaco"). Un'idea che, però, è apparsa subito «strumentale e demagogica» sia da parte della maggioranza e sia della stessa opposizione che ha lasciato votare da solo il promotore dell'idea assieme a Piero Cotellessa, socialista di Sel.

Ha invece suscitato più entusiasmo la proposta del consigliere Maria Saveria Borrelli (Pd) di ridurre di un ulteriore 10%, rispetto al 10% già decurtato e approvato dalla ex giunta del sindaco Filippo Paolini (Pdl), delle indennità per i consiglieri. In tutto, su 33 euro lorde - al netto circa 19 euro - sarà lasciato alle casse comunali il 20%. Stessi taglio per l'indennità del presidente del consiglio, 1.429,43 euro lorde. «Nessuno si arricchisce con 19 euro a consiglio», ha commentato la Borrelli, «ma si tratta di una cifra ridicola che potrebbe rappresentare un minimo compenso per i giovani che si affacciano alla politica. Perché non si fa lo stesso per il presidente delle farmacie comunali?».

Intanto il bilancio passa all'unanimità. E' la prima volta che accade in consiglio comunale. Ed è paradossale che a presentare il documento finanziario eredità della passata giunta di centrodestra sia la maggioranza di centrosinistra del sindaco Mario Pupillo, che lo ha votato «obtorto collo» e «turandosi il naso».

«Abbiamo enormi difficoltà», ha commentato l'assessore alle finanze, Valentino Di Campli (Pd), «perché non c'è liquidità. La crisi di cassa in dieci anni è diventata cronica: per le anticipazioni di cassa siamo partiti in positivo nel 2002 per arrivare a quasi meno 6 milioni di euro nel 2011».

Mancanza di politiche di sviluppo, situazioni creditizie cronicizzate, indebitamento di 35 milioni di euro ed erogazioni statali sempre più al contagocce hanno creato il vuoto nelle casse comunali, secondo la presentazione dell'assessore Di Campli che pure crede «nelle potenzialità della città che sapremo cogliere e sviluppare».

«E' un bilancio in regola», ha invece insistito l'ex assessore alle finanze Ermando Bozza (Con Bozza sindaco), supportato da Manlio D'Ortona (Pdl) e Paolo Bomba (Udc), «i trasferimenti statali si stanno sbloccando e rispetto a Vasto abbiamo un avanzo di gestione superiore e un debito di 18 milioni in meno per una politica di rigore».

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