Il Consorzio industriale: In.Te è una scatola vuota
Il responsabile tecnico: «I progetti proposti dalle imprese per la ex Burgo sono carenti di diversi documenti». Ma le ditte hanno già convocato i lavoratori
CHIETI. Una seduta straordinaria della commissione attività produttive allargata ai componenti del collegio liquidatore del Consorzio industriale Valpescara. Verrà convocata a breve su iniziativa di Diego Costantini, consigliere del Pdl nonché presidente della commissione consiliare attività produttive, nella speranza di concretizzare in fretta il progetto In.Te. Ideato dall’ingegner Domenico Merlino e pensato per ricollocare i 133 ex dipendenti della cartiera Burgo, rasa al suolo da ormai quattro anni. Ma il progetto è al centro di un braccio di ferro tra il consorzio di rete, che racchiude una dozzina di aziende interessate a realizzare nuovi opifici in via Piaggio, e il Consorzio industriale Valpescara. L’ente consortile, gravato di milioni di euro di debiti e in liquidazione, chiede alle aziende coinvolte nel progetto In.Te di pagare gli oneri consortili pari ad oltre 1 milione di euro che, legge alla mano, servono per creare infrastrutture sull’area di via Piaggio e per effettuare le manutenzioni necessarie sui sottoservizi già esistenti. Il consorzio di rete In.Te, di contro, si rifiuta di pagare gli oneri consortili scontabili per un massimo del 50%. Come se non bastasse le aziende non hanno ancora fornito al Consorzio industriale i documenti richiesti quasi un anno fa. Almeno questo sostiene Renato Di Salvatore, responsabile tecnico del Consorzio nonché consigliere comunale del Pd.
«I progetti sottoposti alla nostra attenzione sono carenti nella quasi totalità della documentazione di legge al contrario necessaria per poter ottenere tutti i permessi del caso. Al momento», attacca Di Salvatore, «il progetto In.Te resta una scatola vuota con molti lati oscuri e con aziende definite solide malgrado un capitale sociale di poche migliaia di euro. Inoltre non c’è traccia della convenzione tra consorzio di rete e Consorzio industriale». Fondamentale, invece, per consentire al Comune di rilasciare i permessi a costruire sull’area dell’ex cartiera Burgo. Una denuncia forte, reiterata a distanza di mesi, ma che cozza con un progetto che, almeno secondo i suoi promotori, continua ad andare avanti. Non a caso, nello scorso fine settimana, le aziende di In.Te firmatarie, ad oggi, di un preliminare di acquisto dei terreni di proprietà della Burgo, ovvero Hst, Feral, Alberto Costruzioni srl, Te.In, Dynamica e Corti, hanno incontrato i lavoratori under 40 della vecchia cartiera. Quelli, per intenderci, che hanno i sostegni statali in scadenza a marzo 2014. Nel corso della riunione le aziende hanno ribadito la volontà di insediarsi in via Piaggio e di riassorbire alcuni ex dipendenti Burgo. Resta, però, da superare lo scoglio del Consorzio industriale che chiede di incassare gli oneri di urbanizzazione previsti dalla legge.
Nel mezzo il Comune tenta un’azione mediatrice nell’interesse dei lavoratori disoccupati.
«Convocheremo i membri del collegio liquidatore del Consorzio industriale in una riunione della commissione», annuncia Costantini, «con l’obiettivo di dipanare una matassa piuttosto intricata. E’ bene precisare, comunque, che il Comune non ha colpe per questa situazione ed è pronto a rilasciare i permessi a costruire sulle aree ex Burgo di via Piaggio».
Jari Orsini
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