Il marito della vittima torna a casa

L'anziano interrogato di nuovo dai carabinieri e dimesso dall'ospedale

FRISA. E' stato dimesso nel pomeriggio di ieri Luigi Del Bello, il marito 80enne di Emilia Tortella, l'anziana uccisa a coltellate nella sua casa di Guastameroli, una settimana fa. L'uomo, aggredito a sua volta, era ricoverato al Renzetti di Lanciano per un trauma facciale provocato da ripetuti colpi al volto. I sanitari lo hanno giudicato in condizione di lasciare l'ospedale, e così Del Bello è tornato a casa dai suoi familiari. Per tutta la mattinata di ieri nel reparto di neurologia c'era stato un continuo via vai di parenti ma anche di forze dell'ordine che lo hanno ascoltato di nuovo prima che lasciasse il nosocomio.

Il pensionato di Guastameroli era ricoverato dallo scorso mercoledì quando uno o due uomini si sarebbero introdotti nella sua abitazione di via Vico Chiuso, al civico 12, aggredendo lui e uccidendo la moglie, di 74 anni. Del Bello, stando ai suoi racconti, a tratti confusi forse a causa dello shok, non avrebbe assistito all'omicidio della donna perché sarebbe stato subito colpito. E nessuno lo ha messo al corrente dell'accaduto per non provocargli un ulteriore trauma. Nel corso delle indagini è scaturito un altro particolare: una catenina strappata dal collo della vittima, da anni malata di parkinson.

Ma per fare luce sull'assassinio di Emilia Tortella si attendono soprattutto i risultati degli esami del Ris. Gli agenti del reparto investigazioni scientifiche hanno effettuato i prelievi sia sulla scena del crimine che nella corte esterna. Si tratta di esami ematochimici che richiedono l'uso di reagenti con prove irripetibili e da farsi in presenza di consulenti della Procura e della difesa. E per la sua tutela durante gli accertamenti del caso e nel corso delle indagini, si è rivolto ad un legale anche il figlio della vittima, Antonio Del Bello, il primo ad entrare in casa e a trovare la madre morta. «Il mio cliente si dichiara assolutamente estraneo ai fatti», ha detto l'avvocato Alessandro Orlando, «si tratta della normale procedura in questi casi».

Per quanto riguarda il giovane romeno che vive nella casa di fronte a quella della famiglia Del Bello, «si attendono i risultati del test del dna sulle tracce ematiche rinvenute su scarpe e maglia», ha affermato il legale Nicola Sisti. Al ragazzo sono stati sequestrati un paio di scarpe, una maglia e un coltello da cucina con un manico in plastica marrone, lungo 21 centimetri con una lama di 12. Il cittadino romeno aveva subito giustificato le macchie di sangue sui suoi indumenti con una ferita che si era provocato sul campo di calcio e che gli avrebbe provocato frequenti epistassi. Intanto in paese si stenta a tornare alla normalità. Nella notte tra lunedì e martedì si sono viste passare diverse pattuglie dei carabinieri e in molti continuano a dormire con le finestre chiuse e i chiavistelli alla porta. I familiari si trincerano dietro ad un muro di silenzio, motivato dal grande dolore ma anche da precise indicazioni degli investigatori.

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