Il Nobel Parisi e monsignor Forte, dialogo al Vico tra scienza e fede
Prima della lectio magistralis dello scienziato, il sindaco Ferrara offre in dono le poesie di Fraticelli L’istituto riprende i cicli di incontri dopo la pandemia e annuncia l’attivazione del liceo matematico
CHIETI. Giornata abruzzese per Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica, che ha incontrato studenti e docenti in un doppio appuntamento all’istituto Marconi di Penne in mattinata e a liceo classico di Chieti nel pomeriggio. L’iniziativa, intitolata “Un giorno con Giorgio Parisi”, è stata organizzata dalla Fondazione Europa prossima e dall’Officina dell’onorevole Luciano D’Alfonso.
Nella tappa teatina il professore ha tenuto una lectio magistralis sul tema “Il rapporto tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo”. Ad accoglierlo nella sede del liceo in corso Marrucino c’erano la preside Paola Di Renzo, il sindaco Diego Ferrara, che gli ha regalato due libri (uno di Raffaele Fraticelli e l’altro di Raffaele Bigi), la consigliera provinciale Silvia Di Pasquale, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Massimiliano Nardocci, oltre a D'Alfonso e ai relatori del convegno. La conferenza è stata moderata dalla docente di Lettere del liceo classico Silvia Elena Di Donato e ha visto come relatori l’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte, e i docenti Adriano Ardovino, dell’università d’Annunzio e Francesco Vissani dei Laboratori del Gran Sasso.
Il tema è stato declinato in ottica religiosa da monsignor Forte, secondo cui tra teologia e scienza ci può essere dialogo e raccordo «nel segno dell’umiltà». No, dunque, a «una teologia presuntuosa che voglia dare risposte su tutto». Concetto che ha visto subito concorde l’eclettico scienziato, che tra le altre cose scrive anche favole per bambini: «La scienza», ha risposto, «spiega il mondo tramite il mondo, la religione lo fa attraverso qualcosa che trascende il mondo. Sono due ambiti differenti, entrambi devono avere l’umiltà di non invadere il campo dell’altro». Uno spunto di riflessione è arrivato anche da D’Alfonso che, tra infinitamente grande e infinitamente piccolo, ha posto l’attenzione sul concetto di limite, partendo da uno spunto molto attuale: l’infinitamente piccolo dei dati informatici che, attraverso la raccolta massiva, porta a fenomeni molto più grandi quali la caduta dell’autonomia e della democrazia.
Per il liceo classico Vico il convegno ha segnato anche un ritorno ad appuntamenti di questo genere dopo i tre anni di stop dovuti alla pandemia. La preside Di Renzo ha colto l’occasione per presentare anche il particolare progetto che coinvolge i liceali del triennio, intitolato “L’umanesimo accoglie la scienza” che ha l’obiettivo di proporre agli studenti l’ottica, cara anche al celebre fisico, di riunificare il sapere umanistico con quello scientifico. La preside ha infine annunciato l’arrivo del nuovo liceo matematico che dal prossimo anno scolastico partirà al Vico. A Penne Parisi ha invece trascorso la mattinata con gli studenti del Marconi per un incontro motivazionale, voluto dalla dirigente scolastica Angela Pizzi. Entusiasta e disponibile, il premio Nobel – al quale un gruppo di astronomi nel 2022 ha dedicato anche un asteroide ribattezzato col suo nome – si è concesso con gentilezza e disponibilità alle domande del giovane pubblico. «Domande intelligenti», ha commentato alla fine, «ragazzi curiosi e preparati. Questi incontri mi hanno mostrato l’Italia che mi dà speranza per un futuro migliore».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Nella tappa teatina il professore ha tenuto una lectio magistralis sul tema “Il rapporto tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo”. Ad accoglierlo nella sede del liceo in corso Marrucino c’erano la preside Paola Di Renzo, il sindaco Diego Ferrara, che gli ha regalato due libri (uno di Raffaele Fraticelli e l’altro di Raffaele Bigi), la consigliera provinciale Silvia Di Pasquale, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Massimiliano Nardocci, oltre a D'Alfonso e ai relatori del convegno. La conferenza è stata moderata dalla docente di Lettere del liceo classico Silvia Elena Di Donato e ha visto come relatori l’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte, e i docenti Adriano Ardovino, dell’università d’Annunzio e Francesco Vissani dei Laboratori del Gran Sasso.
Il tema è stato declinato in ottica religiosa da monsignor Forte, secondo cui tra teologia e scienza ci può essere dialogo e raccordo «nel segno dell’umiltà». No, dunque, a «una teologia presuntuosa che voglia dare risposte su tutto». Concetto che ha visto subito concorde l’eclettico scienziato, che tra le altre cose scrive anche favole per bambini: «La scienza», ha risposto, «spiega il mondo tramite il mondo, la religione lo fa attraverso qualcosa che trascende il mondo. Sono due ambiti differenti, entrambi devono avere l’umiltà di non invadere il campo dell’altro». Uno spunto di riflessione è arrivato anche da D’Alfonso che, tra infinitamente grande e infinitamente piccolo, ha posto l’attenzione sul concetto di limite, partendo da uno spunto molto attuale: l’infinitamente piccolo dei dati informatici che, attraverso la raccolta massiva, porta a fenomeni molto più grandi quali la caduta dell’autonomia e della democrazia.
Per il liceo classico Vico il convegno ha segnato anche un ritorno ad appuntamenti di questo genere dopo i tre anni di stop dovuti alla pandemia. La preside Di Renzo ha colto l’occasione per presentare anche il particolare progetto che coinvolge i liceali del triennio, intitolato “L’umanesimo accoglie la scienza” che ha l’obiettivo di proporre agli studenti l’ottica, cara anche al celebre fisico, di riunificare il sapere umanistico con quello scientifico. La preside ha infine annunciato l’arrivo del nuovo liceo matematico che dal prossimo anno scolastico partirà al Vico. A Penne Parisi ha invece trascorso la mattinata con gli studenti del Marconi per un incontro motivazionale, voluto dalla dirigente scolastica Angela Pizzi. Entusiasta e disponibile, il premio Nobel – al quale un gruppo di astronomi nel 2022 ha dedicato anche un asteroide ribattezzato col suo nome – si è concesso con gentilezza e disponibilità alle domande del giovane pubblico. «Domande intelligenti», ha commentato alla fine, «ragazzi curiosi e preparati. Questi incontri mi hanno mostrato l’Italia che mi dà speranza per un futuro migliore».
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