centrodestra

Il Pdl: città ferma da sette anni

Il partito si riorganizza e attacca la giunta sulla programmazione

VASTO. Un momento di confronto per gettare le basi della riorganizzazione del partito, ma anche un’autocritica sulle mancanze del centrodestra. Il Pdl vuole ripartire con il piede giusto dopo due anni di commissariamento e in vista delle elezioni regionali. L’intenzione è puntare sui giovani (alcuni dei quali sono andati via per aderire a nuove formazioni politiche), per essere più presenti e radicati sul territorio.

L’occasione per lanciare critiche all’indirizzo dell’amministrazione comunale, ma anche per riflettere sulle carenze del Pdl, è stata l’assemblea pubblica dal tema “La Vasto che vorrei: idee per il nostro territorio”, organizzata dal gruppo di lavoro impegnato nella riorganizzazione del partito che è ancora senza un coordinatore cittadino. L’analisi di militanti, quadri, consiglieri comunali, provinciali e regionali parte da un dato: la critica all’operato dell’amministrazione del sindaco Luciano Lapenna, dagli impegni disattesi soprattutto sul fronte della programmazione territoriale e dalle difficoltà della coalizione di centrosinistra.

«Criticare è fin troppo semplice», attacca Guido Giangiacomo, capogruppo Pdl in consiglio comunale, «sono passati sette anni e la pianificazione territoriale è ancora al palo. Non si sa nulla del piano regolatore e il piano del demanio è fermo. In compenso abbiamo assistito durante questi sette anni a giri di valzer con ridistribuzione di deleghe. Gli assessori cambiano di continuo settore e non riescono a portare avanti gli impegni».

Rincara la dose Manuele Marcovecchio. «È evidente quello che sta accadendo in città tutti possono vederlo», dice il consigliere Pdl, «questa è la Vasto che non vogliamo, manca programmazione, si naviga a vista, non si sfruttano e valorizzano le potenzialità. Con coraggio, fantasia e altruismo possiamo impegnarci a risolvere i tanti problemi che ci sono». (a.b.)

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