Il sindaco striglia l’opposizione: «Rianimazione, polemiche facili» 

Paolini boccia l’allarmismo di Taglieri e Marongiu: «Se ci sarà una chiusura, sarà temporanea» Oggi la decisione della Asl sulla sistemazione del reparto durante l’opera di bonifica dall’amianto

LANCIANO. «La chiusura della rianimazione se ci sarà, sarà temporanea per permettere la bonifica dei pavimenti in amianto, lavori necessari e attesi da anni»: è il sindaco Filippo Paolini a stemperare le polemiche seguite alla notizia della chiusura del reparto di rianimazione, con trasferimento a Chieti assieme a parte del personale per lavori di bonifica amianto dalla prossima settimana. Un lavoro che ha colto di sorpresa molti, visto che nel luglio e agosto 2019 la bonifica dei pavimenti in vinil amianto della rianimazione era stata fatta (tramite incapsulamento): allora i letti di intensiva furono spostati nel blocco operatorio in modo da poter stabilizzare eventuali pazienti in emergenza-urgenza e far continuare comunque l’attività ospedaliera.
Questa volta invece, come evidenziato dai consiglieri regionale Francesco Taglieri (M5S) e comunale Leo Marongiu (Pd), non si capisce perché si pensi al trasferimento senza riproporre lo spostamento nel blocco operatorio o nella multidisciplinare nata anni fa con posti di terapia sub intensiva. «Il trasferimento porterebbe alla paralisi delle attività chirurgiche in primis», hanno denunciato i due, «poi non vorremo che fosse uno degli atti per trasformare il Renzetti in un ospedale a vocazione medica, come indicato dal manager Asl nell’audizione in commissione regionale». «Spiego a Marongiu e a tutti che l’amministrazione viene coinvolta dalla Asl», dice Paolini, «sono stato infatti correttamente informato di questi interventi giorni fa, mi hanno spiegato i lavori da fare e la chiusura necessaria ma temporanea. I miei contatti sono quotidiani: certo, fare polemiche è semplice con la sanità. Ma non bisogna creare allarmismi. Per quanto riguarda la rianimazione non ho partecipato alla riunione di lunedì semplicemente perché non sono un tecnico ma sono stato informato sull’accaduto».
La riunione è stata fatta al Renzetti dal consigliere regionale Nicola Campitelli, i tecnici Asl e il personale sanitario per trovare un’alternativa allo spostamento a Chieti. «La Asl deciderà oggi il da farsi», chiude Paolini, «ad ogni modo la chiusura non sarà definitiva».
Rassicurazioni che non convincono del tutto. «Ci auguriamo che la Asl salvaguardi le poche attività rimaste al Renzetti», dice Taglieri che nel 2003 denunciò la presenza di vinil amianto nei pavimenti, trovato poi nel 2015 dalla forestale nella palazzina centrale. «Le soluzioni per fare lavori che paghiamo quindi a doppio ci sono, anche dividendo i 4 posti di rianimazione tra multidisciplinare e blocco operatorio. Di certo non si può lavorare con il personale all’interno. Vigileremo perché senza rianimazione si renderà il Renzetti nei fatti un cronicario».
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