Il taglio all’assistenza Asl aumenta i costi comunali

Di Matteo (Lanciano in Comune): «Non possiamo abbandonare pazienti gravi Ciò significa un’ulteriore spesa per Palazzo di città di ottantamila euro»

LANCIANO. Non c’è pace per centinaia di pazienti rimasti senza assistenza domiciliare (Adi) che attendono di sapere se rientreranno nel servizio e se dovranno cambiare forma di assistenza. Tra questi ci sono anche 46 utenti che oltre all’Adi sanitaria usufruivano di quella sociale del Comune.

Adi sociale. «La situazione che si è delineata con la sospensione dell’Adi è critica», afferma Alessandro Di Matteo, capogruppo consiliare della lista “Lanciano in Comune”, «centinaia di pazienti sono stati addirittura ricoverati in strutture sanitarie private. Ma ci sono anche problemi per il Comune che ha 46 pazienti in Adi sociale, forma che viene assegnata solo se c’è l’Adi sanitaria, da ricollocare. E l’assessore Dora Bendotti li sta ricollocando». Questi i casi: 25 pazienti sono stati inseriti nel servizio Add (assistenza domiciliare disabili), conservando lo stesso operatore e lo stesso orario; 4 sono stati inseriti nell’assistenza domiciliare anziani, ma devono una quota di compartecipazione di 5 euro l’ora; un utente è stato inserito in una struttura sanitaria assistenziale per l’aggravarsi della malattia e a 2 utenti è stata riaperta l’Adi dalla commissione sanitaria che si è resa conto dell’errore commesso. I restanti 14 utenti stanno facendo la domanda dell’handicap per poter poi essere ammessi al servizio Add. «Tutto ciò», evidenzia Di Matteo, «comporta una ulteriore spesa di 80 mila euro fino al 31 dicembre, che sarà necessario recuperare da altri capitoli di bilancio. Ma, a differenza della Asl, non possiamo abbandonare persone che soffrono per le gravi patologie che hanno». Di Matteo inoltre chiede lumi su come la commissione medica stia monitorando i pazienti per il ripristino dell’Adi.

Il consiglio comunale. Tutti problemi che dovevano essere affrontati nel consiglio comunale di lunedì provvimo, rinviato per la mancanza di alcuni documenti, non riguardanti l’Adi. Ma qui i conti non tornano perché la questione l’Adi poteva essere stralciata. Un’idea che sembrava condivisa da maggioranza e opposizione. Ma a parole, perché nei fatti il consiglio non si farà. Il vicesindaco Pino Valente ieri diceva che l’Adi poteva essere discussa. Manlio D’Ortona, capogruppo Pdl scrive in una nota che «il presidente ha rinviato il consiglio perché non c’è la completezza degli atti rispetto ai punti all’ordine del giorno. Ma una maggioranza che ha responsabilità di governo, avrebbe potuto assicurare almeno la discussione sull’Adi chiedendo di stralciare solo i punti carenti di documentazione perché la questione va affrontata al più presto».

Teresa Di Rocco

©RIPRODUZIONE RISERVATA