Il «tesoro» della cattedrale
Scoperti per caso ex voto, quadri e arredi del 1500.
VASTO. Il “tesoro” era nascosto nei sotterranei della canonica. Arredi lignei del 1500, parati, manufatti e centinaia di ex voto collocabili fra il 1600 e la fine del 1700. Nei sotterranei della cattedrale di San Giuseppe è stato ritrovato un patrimonio inestimabile. Ma la sorpresa più grande è stata scoperta dietro i reperti: una parete poligonale del 1293.
L’attenzione degli esperti si concentra su quel muro: dietro i mattoni impolverati secondo gli esperti si celerebbe il tempio paleocristiano di Sant’Eleuterio, importante luogo di culto dell’antica Histonium: l’abside della chiesa agostiniana di Santa Margherita.
La storia della comunità vastese è racchiusa in venti metri quadri. Lo scrigno di reperti è stato scoperto per caso qualche giorno fa durante i lavori di ripulitura dei locali parrocchiali. Il parroco, don Gianfranco Travaglini ha subito informato la Sovrintendenza e l’amministrazione comunale. «Il Comune farà il possibile per recuperare sia i resti murari che gli oggetti rinvenuti per esporli e farli ammirare dai cittadini e dai turisti», è l’impegno del sindaco Luciano Lapenna.
Il materiale. Statue e capitelli del ’600, cornici, libri, manufatti in stucco, parati architettonici arredi lignei e in ferro battuto, presepi d’epoca, sculture e oleografie. E ancora, 200 ex voto dedicati al Sacro cuore tornati alla luce dopo secoli di oblio. «E’ successo per caso», raccontano don Gianfranco e il suo predecessore, don Giovanni Pelicciotti. La parrocchia aveva deciso di riordinare i locali seminterrati. E così, nel rimuovere un quadro, si è rivelata agli occhi increduli dei sacerdoti una triade di statue completamente ricoperte di polvere. Sono le preziose statue di Sant’Agostino, San Domenico e Santa Monica. Manufatti preziosi sacrificati alle necessità di spazio e di culto.
Gli esperti. La dottoressa Maria Masciovechio, dei Beni culturali ed il restauratore, Michele Massone, ritengono siano opere del 1500 che decoravano la chiesa di Sant’Agostino. Accanto alle statue sono riaffiorati capitelli, sculture e oleografie.
La scoperta più sensazionale è stata fatta nel rimuovere un dipinto architettonico: dietro il telo è spuntata una parete che risale al 1293.
«Non è escluso che dietro questa parete possano celarsi reperti del quarto secolo dopo Cristo: la prima chiesa paleocristiana», dice Michele Massone.
La Sovrintendenza, insieme alla Curia e al Comune, ha concordato l’avvio di una ricerca e di un’indagine conoscitiva sul materiale e il suo recupero. In attesa di scoprire che cosa c’è dietro quella parete.
L’attenzione degli esperti si concentra su quel muro: dietro i mattoni impolverati secondo gli esperti si celerebbe il tempio paleocristiano di Sant’Eleuterio, importante luogo di culto dell’antica Histonium: l’abside della chiesa agostiniana di Santa Margherita.
La storia della comunità vastese è racchiusa in venti metri quadri. Lo scrigno di reperti è stato scoperto per caso qualche giorno fa durante i lavori di ripulitura dei locali parrocchiali. Il parroco, don Gianfranco Travaglini ha subito informato la Sovrintendenza e l’amministrazione comunale. «Il Comune farà il possibile per recuperare sia i resti murari che gli oggetti rinvenuti per esporli e farli ammirare dai cittadini e dai turisti», è l’impegno del sindaco Luciano Lapenna.
Il materiale. Statue e capitelli del ’600, cornici, libri, manufatti in stucco, parati architettonici arredi lignei e in ferro battuto, presepi d’epoca, sculture e oleografie. E ancora, 200 ex voto dedicati al Sacro cuore tornati alla luce dopo secoli di oblio. «E’ successo per caso», raccontano don Gianfranco e il suo predecessore, don Giovanni Pelicciotti. La parrocchia aveva deciso di riordinare i locali seminterrati. E così, nel rimuovere un quadro, si è rivelata agli occhi increduli dei sacerdoti una triade di statue completamente ricoperte di polvere. Sono le preziose statue di Sant’Agostino, San Domenico e Santa Monica. Manufatti preziosi sacrificati alle necessità di spazio e di culto.
Gli esperti. La dottoressa Maria Masciovechio, dei Beni culturali ed il restauratore, Michele Massone, ritengono siano opere del 1500 che decoravano la chiesa di Sant’Agostino. Accanto alle statue sono riaffiorati capitelli, sculture e oleografie.
La scoperta più sensazionale è stata fatta nel rimuovere un dipinto architettonico: dietro il telo è spuntata una parete che risale al 1293.
«Non è escluso che dietro questa parete possano celarsi reperti del quarto secolo dopo Cristo: la prima chiesa paleocristiana», dice Michele Massone.
La Sovrintendenza, insieme alla Curia e al Comune, ha concordato l’avvio di una ricerca e di un’indagine conoscitiva sul materiale e il suo recupero. In attesa di scoprire che cosa c’è dietro quella parete.