In Abruzzo due o tre nuove Province? Chieti corre da sola
Il sindaco Di Primio: siamo gli unici a rientrare nei criteri Pescara resterebbe comunque capoluogo
PESCARA. Quante Province in Abruzzo, due o tre? E Pescara con chi va? Con Chieti, Teramo o tutte e due? Il dibattito sul futuro delle Province si riaccende in vista delle decisioni alle quali è chiamato a breve giro il Consiglio delle autonomie degli enti locali, composto da Comuni e Province, e che si riunisce il 2 agosto per nominare presidente e ufficio di presidenza. Entro 70 giorni dalla conversione in legge del decreto sulla spending review del governo, dovrà sconfiggere gli idealismi campanilistici e fornire un’ipotesi di riordino alla Regione .
La parola “ riordino” è quella scelta dal governo per sostituire le iniziali definizioni di “accorpamento” e “riduzione” delle Province che tante polemiche hanno suscitato. I criteri tuttavia sono rimasti gli stessi: si “salvano” le Province con popolazione di 350mila abitanti ed estese 2500 km quadrati.
Parametri che spingono il sindaco di Chieti Umberto Di Primio a proporre in Abruzzo tre Province e a invitare tutti «a lavorare in questa direzione». Di Primio parte da una presupposto e cioé che Chieti sia una delle tre nuove Province in quanto, sostiene, «è l’unica a rispettare i criteri della popolazione e dell’estensione territoriale». Pescara , contrariamente a quanto ipotizzato inzialmente, resterebbe fuori . L’unica deroga il sindaco di Chieti la ammette verso i Comuni del Pescarese che ricadono nell’arcidiocesi Chieti-Vasto (fra i quali Scafa, Manoppello). «Ho già sentito con i senatori Fabrizio Di Stefano, Giovanni Legnini e Alfonso Mascitelli», spiega il sindaco di Chieti, « ritengo che tutti noi dovremmo lavorare ad ogni livello affinché l’Abruzzo possa avere tre Province, con Chieti che può continuare ad esistere da sola».
Di tre Province ne parlano anche i consiglieri comunali di Pescara in una mozione bipartisan (Pd, Udc, Pdl, Fli) con Teramo accorpata a Pescara, poi Chieti e L’Aquila. Mentre la settimana scorsa il Pdl, con il senatore Andrea Pastore in testa, aveva proposto la creazione di una maxi provincia costiera Pescara-Teramo-Chieti e a parte quella aquilana. In ciascuno di questi casi (due o tre Province), come fa notare il consigliere regionale di Rifondazione Maurizio Acerbo, Pescara conserverebbe il ruolo di capoluogo: è qui che resterebbero (e anzi si amplierebbero) i servizi . L’equivoco che emerge e dal quale dovrà venire fuori il Cal è che a tagliare sono tutti d’accordo, ma che sarebbe meglio iniziare prima con gli altri. E a proposito di tagli, il presidente della Provincia di Chieti (e dell’Unione delle Province regionale) Enrico Di Giuseppantonio, lancia un appello inquietante: se il governo non torna sui suoi passi , le Province non garantiscono la riapertura delle scuole perché non saprebbero dove prendere i soldi per definire un piano straordinario per l'edilizia scolastica.(a.mo.)
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