In arrivo 31 migranti Via all’assistenza per il decimo sbarco 

Lo scalo assegnato a un nuovo approdo della Sea Eye 4 Tra i profughi salvati anche otto minorenni e sei donne

ORTONA. Decimo sbarco dei migranti, sabato prossimo a Ortona: in in vista un nuovo vertice in prefettura. Lo scalo marittimo è stato infatti assegnato dal ministero dell’Interno alla nave Sea Eye 4, impegnata nei soccorsi ai migranti nelle acque libiche. Si rimette in moto, dunque, a poco più di venti giorni dal penultimo approdo ortonese, la collaudata macchina dell’assistenza coordinata dalla prefettura di Chieti per la organizzazione delle pratiche di accoglienza questa volta sembra a 31 migranti, tra i quali 8 minorenni e sei donne, numero che potrebbe aumentare così come non si escludono variazioni nei tempi di navigazione se l’imbarcazione dovesse procedere con altri salvataggi. Vista l’ondata di caldo che sta interessando la costa, le operazioni in banchina verranno ridotte il più possibile per poi procedere nel trasferimento dei profughi nell’hub di contrada Tamarete, nella zona artigianale, prima del nuovo viaggio verso centri di accoglienza anche di fuori regione.
Quello di sabato, dunque, se confermato sarebbe il decimo sbarco in Abruzzo da quando anche lo scalo marittimo della provincia di Chieti è stato inserito tra quelli destinati ad accogliere i profughi: il giorno previsto per l’arrivo dell’imbarcazione. Un dispositivo interforze, coordinato dalla prefettura e dalla questura di Chieti, come è già avvenuto nelle precedenti occasioni, si occuperà dell’ordine pubblico e del trasferimento dei migranti nelle strutture di accoglienza.
L’ultimo sbarco a Ortona risale a meno di un mese fa, ovvero al 25 giugno, quando è attraccata l’Humanity 1 con 106 uomini, donne e bambini provenienti da Bangladesh, Egitto, Eritrea, Pakistan, Palestina, Sudan e Siria. La Sea Eye 4 è arrivata in Abruzzo già il 2 giugno 2023, quando la nave è stata sottoposta a fermo amministrativo da parte di capitaneria di porto, guardia di finanza e polizia di Stato. In quell’occasione, infatti, l’ong tedesca ha violato il cosiddetto decreto Piantedosi, che riguarda i salvataggi in mare e impone alle imbarcazioni di arrivare al porto assegnato, senza più bloccarsi per ulteriori interventi, appena ricevuta l’indicazione dell’approdo. In quella circostanza, dopo il primo soccorso a 17 persone e l’ordine di dirigersi in Abruzzo, la Sea Eye «ha invertito la rotta» – per ammissione del suo presidente Gorden Isler – e ha raggiunto una barca di legno, «inadatta alla navigazione», con 32 persone.
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