In cassa integrazione 3.500 operai «La situazione è preoccupante» 

Franco Spina, segretario generale Cgil Chieti, analizza il momento occupazionale del comprensorio «La politica acceleri sull’area di crisi complessa che serve a superare gli strumenti oggi disponibili»

VASTO . «La situazione occupazionale e salariale è preoccupante nel Vastese e più in generale in provincia di Chieti». A sostenerlo è Franco Spina, segretario generale della Cgil di Chieti. A confermarlo sono i dati. Attualmente ben 3.500 lavoratori di grandi ma anche medie e piccole imprese del Vastese sono in cassa integrazione. Quello attuale è uno dei momenti più critici dell'ultimo decennio. Il futuro incerto, la paura di migliaia di famiglie, la necessità di trovare soluzioni urgenti saranno ribadite il 29 novembre anche al prefetto, nel corso dello sciopero che è stato annunciato.
«Si parlerà anche del Vastese», dice Spina. «Ogni giorno come sindacato», spiega il segretario Cgil, «siamo chiamati a discutere di ammortizzatori con aziende piccole, medie o multinazionali. Tutte sono alle prese con la crisi del settore auto e del suo indotto di cui poco si parla. I dati del bilancio sociale consegnati dall'Inps di Chieti lo scorso 6 novembre e riferiti al 2023, già confermavano una situazione di qualità del lavoro molto peggiorata rispetto al 2022. Dei 54mila assunti nel 2023, di cui fanno parte anche i lavoratori del Vastese, solo 8mila sono stati i contratti a tempo indeterminato mentre ben 46mila sono quelli precari, di cui 24,4mila a tempo determinato, 5,2mila stagionali, 11,5 in somministrazione e ben 5mila con contratto a chiamata. Nel corso del 2024, per effetto della crescente crisi dell'automotive, i primi risultati sono stati il superamento di oltre 600 contratti in somministrazione che si aggiungono a quelli persi negli anni scorsi. Il dato che più preoccupa è quello sulla cassa integrazione. Per il 2024», rimarca Spina, «si è ritornati abbondantemente sopra il livello del 2022».
Per Franco Spina è arrivato il momento di prendere decisioni. «Ancora una volta», sottolinea, «ribadiamo che urge una strategia nazionale e regionale su scelte strategiche, industriali, di ricerca e innovazione, di adeguate infrastrutture sia materiali che tecnologiche, politiche energetiche e di sgravi mirate, stimolare e attrarre nuovi investitori oltre a salvaguardare l'eccellenza che esiste. Si sollecita Stellantis ad assumersi le proprie responsabilità sociali e riprendere a pieno regime la produzione sul nostro territorio sperando che ascolti quanto da noi sostenuto ai tavoli nazionali e regionali. Occorre tuttavia pensare anche a come dare sostegno ai tanti lavoratori che ogni giorno devono fare i conti con la cassa integrazione e con i salari ridotti. Per questo sono convinto che la politica debba accelerare sull'area di crisi complessa che serve per superare gli attuali strumenti, ma serve anche per le aziende, dal momento che si possono prevedere agevolazioni e condizioni vantaggiose sul fronte fiscale. Poi, considerato che questa fase di riorganizzazione e passaggio dall'endotermico all'elettrico o idrogeno non ha una data certa di chiusura, i governi sia nazionale e sia regionale, devono insistere con l’Europa affinché si trovino strumenti e risorse dedicate che accompagnino tutta la fase della transizione. Quali piani industriali abbiamo per recuperare terreno dalla Cina o vincere la concorrenza della Polonia?».
Franco Spina torna infine a parlare della Zes. «Serve capire», dice, «a che punto siamo concretamente con la Zes, che succede con la programmazione 21/27, a che punto siamo con i progetti Pnnr. Si è perso già molto tempo. C'è qualcuno che coordina e al di là dei buoni propositi ha una chiara idea di come investire organicamente tutto questo?».
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