In cento rischiano il posto: sciopero alla Trigano Van 

Salta l’accordo tra i sindacati e l’azienda sugli operai a tempo determinato Ordini in calo: è la prima battuta d’arresto per lo stabilimento della Val di Sangro

PAGLIETA. Quattro ore di sciopero oggi alla Trigano Van, alla fine di ogni turno sono state annunciate dalle segreterie di Fiom e Fim e delle rispettive rsu dello stabilimento dei van e camper, alle prese con la sua prima battuta d’arresto da qualche anno a questa parte, a seguito di un crollo vertiginoso degli ordinativi. Mercoledì si è tenuto un incontro in Confindustria Val di Sangro tra azienda e sindacati. «I dati ci consegnano una forte situazione di sofferenza che colpisce maggiormente i produttori di van e che sta mettendo a rischio i livelli occupazionali», dicono Fiom e Fim, «i numeri sono in forte diminuzione, in questa fase l’azienda si sta riorganizzando e punta molto sulle fiere di settore che si terranno nei vari paesi europei dai prossimi mesi. L’azienda al tavolo ci ha informato che, a partire dalle fiere, aggredirà il mercato in maniera decisa per conquistarne più quote possibile».
Confermato tuttavia, il mancato rinnovo del contratto per un centinaio di lavoratori a tempo determinato o con contratto di somministrazione: «In merito all’annuncio dell’uscita delle persone, lo scorso 18 luglio si è interrotta la discussione con l’azienda», proseguono i sindacati, «dopo che, come Fiom e Fim, abbiamo chiesto l’istituzione di un bacino dove far confluire i lavoratori che non vedranno il rinnovo del contratto. Questo contenitore sarebbe servito per attingervi man mano che il mercato iniziasse a riprendere quota, ma l’azienda non ha voluto discutere di questo punto e lunedì, a sostegno di tale richiesta, i lavoratori della Trigano in massa hanno incrociato le braccia bloccando le linee. Nel confronto di mercoledì abbiamo rinnovato la nostra richiesta sul bacino, abbiamo avuto una timida apertura dall’azienda, ma il testo al quale siamo arrivati non dava nessuna garanzia e abbiamo deciso di non sottoscrivere l’accordo». Di qui la richiesta di sciopero: «È necessario costruire con gli altri sindacati e la politica, un piano che tuteli il tessuto industriale e di conseguenza i livelli occupazionali».
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