turismo e disservizi
In coda per un solo bagno pubblico
Comitiva di Cassino costretta a saltare la visita guidata in una chiesa
VASTO. Ore in coda per andare in bagno. È accaduto ad una comitiva di Cassino arrivata a Vasto lo scorso fine settimana. Il gruppo a causa del tempo perso davanti all’unico bagno pubblico rimasto aperto davanti alla pinacoteca di Palazzo D’Avalos, ha dovuto rinunciare alla visita guidata nella chiesa di Santa Maria Maggiore. L’inconveniente ha provocato un’ondata di proteste.
« Ma come fa una località turistica a non avere servizi pubblici?», hanno protestato i turisti. In realtà Vasto i bagni pubblici li ha. O meglio: ha quello che i vandali hanno lasciato dei bagni pubblici. Avendo esaurito le risorse economiche per risistemarli, l’amministrazione comunale ha deciso di chiudere i bagni.
«È una lotta impari», ha più volte spiegato il dirigente dell’ufficio servizi del Comune, Ignazio Rullo. «L’ente aggiusta e i vandali poche ore dopo distruggono». La soluzione trovata dal Comune non piace però nè alle comitive di turisti nè ai vastesi. C’è chi suggerisce al Comune di fare un bando per assegnare la gestione dei bagni pubblici ai privati e chi invece propone all’amministrazione comunale degli accorgimenti anti-vandali: tornelli collegati a un sistema di controllo acceso sugli ingressi, oppure la sorveglianza affidata 24 ore su 24 a una cooperativa che riesca a gestirsi con il ricavato delle offerte lasciate dagli utenti. «Chiudere i bagni serve solo a trasformare la città in urinatoio. In una città dove non c’è lavoro il servizio potrebbe essere affidato a una cooperativa di giiovani», suggeriscono i residenti del centro storico. (p.c.)
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