In duemila per l’addio a Michael: «Ora sei felice vicino al tuo papà» 

La chiesa di san Francesco Caracciolo e il piazzale di Tricalle invasi dagli amici-tifosi della curva Volpi  Le moto scortano il carro funebre dopo l’abbraccio allo stadio Angelini. Poi striscioni, cori e palloncini

CHIETI. Il rombo dei motori delle moto di grossa cilindrata degli amici “scorta” il carro funebre con la salma di Michael Luciani fino al piazzale della chiesa di San Francesco Caracciolo, dopo l’ultimo giro sotto la curva Volpi, all’Angelini, in cui il 26enne riceve il saluto e l’applauso commosso dei tifosi neroverdi, che domenica pomeriggio avevano preferito restare fuori dallo stadio in segno di lutto e rispetto piuttosto che seguire il derby contro il Teramo. Poi i funerali, l’ultimo abbraccio a Michael e alla famiglia, la madre Teresa Castorani e la sorella Carlotta. Duemila persone hanno riempito il parcheggio e la chiesa del quartiere Tricalle, quello in cui il 26enne aveva da poco intrapreso la sua attività, una pizzeria che era diventata in poco tempo un riferimento per i residenti e per i tantissimi amici e tifosi neroverdi. Ragazzi e ragazze con gli occhi gonfi di lacrime e i segni distintivi della passione per il Chieti, felpe, t-shirt, sciarpe e bandiere, ma anche rappresentanti del Minerva Calcio a 5, società con cui “Michi” aveva giocato fino a qualche tempo fa, e di altre tifoserie abruzzesi e non solo. A piangere Michael non solo i più giovani: c’erano anche tanti cittadini di mezza età, che avevano già pianto per la famiglia Luciani, quando perse Alessandro, il papà del 26enne teatino, sei anni fa, sempre in un tragico incidente.
«È il momento del dolore di tutta una città», ha detto nell’omelia don Michele Panissa, che ha celebrato il rito funebre con don Gianmarco Medoro, il giovane parroco amico di Michael, che ha faticato a trattenere le lacrime durante la messa. «La morte è terribile, ancora di più quando arriva improvvisamente e in un’età impensabile. Si prende un giovane solare e bello, con tante passioni nella vita. Una era la pizzeria: sognava già grandi eventi in questa piazza. Poi il calcio e l'amicizia. Tutti sentiamo di aver perso un figlio o un amico. Di Michael ricorderemo sempre la generosità, la disponibilità e la vivacità. Lo sconforto ci lascia senza parole. Ma in questo dolore immenso, abbiamo bisogno di una parola che porti luce sulle tenebre che avvertiamo nella vita e ci aiuti a contenere questo sconforto. Oggi Michael è vivo in Dio, perché la vita è più profonda di ciò che appare», prosegue il parroco. «Siamo qui per stare accanto a voi e pregare per voi, avete già passato un grande trauma, superato con maturità. Ora “Michi” in paradiso troverà il suo papà e sarà presente accanto a noi», aggiunge ancora don Panissa, che chiude: «Alziamo lo sguardo: non pensiamo al passato e alla tomba, ma guardiamo il cielo e pensiamo che ci ritroveremo tutti lì, anche con Michael».
Don Gianmarco Medoro ha rivolto poche parole alla famiglia e agli amici, poi ha lasciato spazio ai pensieri dei ragazzi più vicini a Luciani, che hanno letto una lettera struggente: «Hai ritrovato tuo padre e sei veramente felice. Guardaci dall'alto e conducici verso la retta via. Sei accanto a tutti noi. Siamo ultras e non molliamo mai, staremo per sempre insieme. Ti amiamo Michi. Ti ricordiamo con tanti soprannomi. A tutti donavi il sorriso, avevi le spalle larghe. Questo mondo era troppo poco per te. La tua voce impressa sarà per sempre nelle nostre giornate. Così come la tua forza e i valori che tuo padre ti aveva insegnato». Dopo la cerimonia, sul piazzale della chiesa, la folla straziata dal dolore saluta Michael con striscioni, palloncini bianchi, applausi e cori.