In viaggio sulla strada del patrono dei cuochi
Nasce un cammino per San Francesco Caracciolo, originario di Villa Santa Maria Natura, cibo e spiritualità nelle 33 tappe del percorso che abbraccia 4 regioni
VILLA SANTA MARIA. Ripercorrere lo stesso tragitto che San Francesco Caracciolo, nativo di Villa Santa Maria e patrono dei cuochi, fece nella primavera del 1608: Loreto-Agnone. Questo sarà il Cammino di San Francesco Caracciolo al quale in questi giorni sta lavorando l’associazione Laici caracciolini, su incarico dell’ordine Regolari minori (detti padri caracciolini), fondato dallo stesso Santo. Nei giorni scorsi, un sopralluogo è stato fatto anche a Rosello, una delle tappe.
Il cammino non si fermerà ad Agnone ma proseguirà fino a Napoli, città che doveva essere raggiunta dal Santo se la morte non l’avesse colto ad Agnone e dove, comunque, arrivò da morto per esservi sepolto. A coadiuvare l’associazione nell’iniziativa è la Federazione Nazionale Cuochi e ogni tappa prevede, nei luoghi di sosta, la degustazione delle eccellenze agroalimentari locali.
«Il Cammino di San Francesco Caracciolo è un progetto di turismo lento. Un percorso non solo devozionale ma emozionale, alla ricerca di territori “minori” tutti da scoprire, con passo corto e lento», afferma Nicola Caracciolo, fondatore dei Laici caracciolini e discendente della stessa famiglia nobile del Santo nato a Villa il 13 ottobre 1563. Il Cammino, legandosi al fiorire del trekking dei Cammini d'Europa e dei Parchi e siti culturali ecclesiastici, è un percorso di turismo religioso integrato, da Loreto a Napoli (550 chilometri) per incontrare natura, enogastronomia, spiritualità. Un turismo per devoti e camminatori. Quattro sono le regioni abbracciate: Marche, Abruzzo, Molise e Campania. Trentatré le tappe con una media di venti chilometri l’una. In Abruzzo le tappe sono: Ascoli Piceno-Sant’Egidio alla Vibrata-Civitella del Tronto; Civitella-Campli-Teramo; Teramo-Notaresco; Notaresco-Atri; Atri-Città Sant’Angelo-Montesilvano; Montesilvano-Pescara; Pescara-Chieti; Chieti-Casalincontrada-Roccamontepiano; Roccamontepiano-Pennapiedimonte-Fara San Martino; Fara-Torricella Peligna; Torricella-Montelapiano; Montelapiano-Villa Santa Maria; Villa-Roio del Sangro; Roio del Sangro-Montecastelbarone-Agnone. Ogni tappa prevede strutture di sosta dove pernottare e mangiare. «Il turismo religioso integrato», afferma Alessandro Cugini, team leader del Cammino, «gioca molto sull’accoglienza, sull’empatia del viaggiatore ritenuto un residente temporaneo».
Il cammino non si fermerà ad Agnone ma proseguirà fino a Napoli, città che doveva essere raggiunta dal Santo se la morte non l’avesse colto ad Agnone e dove, comunque, arrivò da morto per esservi sepolto. A coadiuvare l’associazione nell’iniziativa è la Federazione Nazionale Cuochi e ogni tappa prevede, nei luoghi di sosta, la degustazione delle eccellenze agroalimentari locali.
«Il Cammino di San Francesco Caracciolo è un progetto di turismo lento. Un percorso non solo devozionale ma emozionale, alla ricerca di territori “minori” tutti da scoprire, con passo corto e lento», afferma Nicola Caracciolo, fondatore dei Laici caracciolini e discendente della stessa famiglia nobile del Santo nato a Villa il 13 ottobre 1563. Il Cammino, legandosi al fiorire del trekking dei Cammini d'Europa e dei Parchi e siti culturali ecclesiastici, è un percorso di turismo religioso integrato, da Loreto a Napoli (550 chilometri) per incontrare natura, enogastronomia, spiritualità. Un turismo per devoti e camminatori. Quattro sono le regioni abbracciate: Marche, Abruzzo, Molise e Campania. Trentatré le tappe con una media di venti chilometri l’una. In Abruzzo le tappe sono: Ascoli Piceno-Sant’Egidio alla Vibrata-Civitella del Tronto; Civitella-Campli-Teramo; Teramo-Notaresco; Notaresco-Atri; Atri-Città Sant’Angelo-Montesilvano; Montesilvano-Pescara; Pescara-Chieti; Chieti-Casalincontrada-Roccamontepiano; Roccamontepiano-Pennapiedimonte-Fara San Martino; Fara-Torricella Peligna; Torricella-Montelapiano; Montelapiano-Villa Santa Maria; Villa-Roio del Sangro; Roio del Sangro-Montecastelbarone-Agnone. Ogni tappa prevede strutture di sosta dove pernottare e mangiare. «Il turismo religioso integrato», afferma Alessandro Cugini, team leader del Cammino, «gioca molto sull’accoglienza, sull’empatia del viaggiatore ritenuto un residente temporaneo».