Incendio devasta una fabbrica

Rogo nella notte allo scalo, in fiamme la Seab che tratta la plastica

ilcentro Extra - Il giornale in edicola
CHIETI. Gigantesco incendio divampato a tarda sera in via Penne, nell’area industriale dello Scalo. Distrutta un’azienda di riciclaggio e trattamento di materiale di risulta della lavorazione soprattutto della plastica, la Seab. Un altro rogo che ha seminato enormi quantità di geleni nella vallata e che ha suscitato allarme tra gli abitanti dello scalo, sollevando lingue di fiume alte decine di metri visibili per chilometri.

L’allarme è scattato intorno alle 23,30, quando il custode di una fabbrica che si trova nei pressi della Seab ha visto le fiamme che si stavano rapidamente sviluppando. I vigili del fuoco della caserma di Chieti sono arrivati in forze e in pochi minuti in via Penne dove, constatata la dimensione del rogo, hanno chiesto anche l’intervento dei colleghi di Pescara. Ma le fiamme nel frattempo si sono rapidamente estese e versomezzanotte e 30 intorno alla Seab c’erano non meno di 80-100 vigili del fuoco venuti anche da Teramo, L’Aquila, Lanciano, Ortona, Vasto mentre chi era a ripèoso è stato richiamato in servizio.

La zona, nel momento in cui andiamo in macchina, è pervasa da un fortissimo e cattivo odore e si temono conseguenze inquinanti tanto che è stata subito allertata l’Arta, l’agtenzia regionale di tutela ambientale. I carabinieri hanno subito aperto un’indagine in attesa della relazione dei vigili del fuoco sulle cause delle fiamme. L’ultimo invcendio di una certa entità è stato registrato nella zona poche settimane fa, a giugno, quando nella zona di Selvaiezzi in andò in fiamme la Mag.Ma, azienda che si occupa di riciclaggio di prodotti plastici e che al momento del rogo aveva rifiuti tra 600 e 800 metri cubi.

In base a test condotti con l’utilizzo di sofisticati modelli matematici, sono state studiate le ricadute degli inquinanti sul terreno. Secondo le stime prodotte, la deposizione di inquinanti avrebbe interessato principalmente la regione a sud dell’impianto di Selvaiezzi, in particolare la città di Chieti e, in modo diffuso, la zona del Parco nazionale della Maiella.