Inchiesta della Corte dei conti «Atto dovuto dopo il dissesto» 

Sindaco e assessore alle Finanze minimizzano la richiesta di accertamenti dai giudici contabili Opposizione all’attacco: «Ora nel mirino chi per tre anni ha sempre scaricato la colpa sugli altri»

CHIETI. «Un atto dovuto a fronte della dichiarazione di dissesto»: con queste parole il sindaco Diego Ferrara e l’assessore al Bilancio Tiziana Della Penna commentano la nuova richiesta della Corte dei conti sul Comune ufficialmente dichiarato in dissesto a giugno scorso. La Corte dei conti, dopo aver chiesto una serie di informazioni relative alla precedente amministrazione, ora mette nel mirino anche l’attuale, chiedendo l’ammontare degli stipendi percepiti da sindaco e assessore alle finanze dal gennaio del 2021 al giugno scorso. E intanto l’opposizione attacca.
«UN ATTO DOVUTO»
Per Ferrara e Della Penna «sulla situazione contabile del Comune, l’indagine della Corte dei conti è un atto dovuto a fronte del dissesto, il nostro lavoro continua con senso di grande responsabilità nei confronti della città e verso le difficili condizioni dell’ente di cui abbiamo avviato il risanamento. In questi tre anni è documentato il nostro lavoro, sin dal tentativo doveroso di risanamento esperito attraverso il piano di riequilibrio», continuano, «un impegno che si è rafforzato a seguito dal dissesto, dopo la sentenza emessa dalla Corte dei conti l’anno scorso. Un lavoro che è andato avanti per risolvere i tanti nodi, chiusi da anni, sul futuro della città e dell’ente, che con grande dedizione stiamo cercando di sciogliere fra mille difficoltà quotidiane, come le cronache di questi tre anni dimostrano e come abbiamo cercato di raccontare attraverso scelte e atti complessi che abbiamo dovuto mettere in campo. Confidiamo nell’azione di verifica che è dovuta su chi oggi amministra la cosa pubblica, con l’auspicio di vedere riconosciuto un impegno che da ottobre 2020 è diventato prioritario nelle nostre vite politiche e non solo in quelle: restituire a Chieti un presente e un futuro migliori».
L’AUMENTO DI STIPENDIO
Era stato il governo Draghi a permettere l’aumento degli stipendi degli amministratori comunali sulla base di quelli dei presidenti di Regione. L’incremento, graduale per il 2022 e il 2023, da quest’anno è permanente e fa sì che lo stipendio lordo del sindaco Ferrara sia passato da 4.500 euro ad oltre 9.600 euro. A cascata sono saliti anche gli stipendi degli assessori. «Una norma del governo che forse è stata male interpretata», ipotizza il capogruppo Lega Mario Colantonio, «forse qualcosa non va nell’applicazione della legge che permette gli aumenti previsti dal ministero. Oppure è anche possibile che si sia voluto conoscere l’importo degli emolumenti per calcolare l’importo di sanzioni che potrebbero essere in arrivo».
L’OPPOSIZIONE ALL’ATTACCO
«Bene fa la Corte dei conti a indagare», dice il capogruppo di Forza Chieti Maurizio Costa, «è ovvio che anche la gestione di questa maggioranza sia a rischio. È d’altronde alla luce del sole il fatto che la città non è affatto migliorata, anzi è evidente che sia peggiorata. Si guardi la vicenda del fallimento della Teateservizi con i 14 dipendenti che da oltre due mesi attendono chiarezza. Hanno tanto parlato delle richieste della Corte dei conti nei confronti della passata gestione comunale e oggi invece tocca a loro». Attacca anche la capogruppo di Azione politica Serena Pompilio: «L’indagine sul dissesto del Comune si estende anche nei confronti di chi palesemente non è stato in grado di gestire, di apportare “il cambiamento” e di fornire alternative. Atto dovuto? Assolutamente no visto che il dissesto è stato dichiarato da tempo. È evidente, considerata la tempistica, che le indagini sono andate avanti. Dopo tre anni in cui sistematicamente si scarica qualsiasi responsabilità sugli altri, la Corte ora si rivolge a sindaco ed assessore. Assessore tecnico, non teatino, nominato dal gruppo civico De Cesare proprio per dare soluzioni che evidentemente non erano proprio legittime».
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