Indagini della Procura sulla centrale a biomasse
Accertamenti in corso dopo gli esposti presentati da ambientalisti e residenti Lanci (Nsc): «Cittadini preoccupati, bisogna ridurre le emissioni inquinanti»
TREGLIO. Non ha mai smesso di preoccupare la centrale a biomasse di contrada Paglieroni, a Treglio, a due passi da Lanciano. L’impianto, attivo 24 ore su 24, è acceso dal 2011 e viene alimentato con cippato di legno vergine, potature e sansa disoleata. La convivenza dei cittadini di Treglio e di tutto il comprensorio con l’impianto da un megawatt per la produzione di energia elettrica non è stata mai facile. Tanto che da un po’ di tempo anche la Procura di Lanciano sta indagando a fondo sull’impianto. Le indagini sono tuttora in corso.
Sono numerosi gli esposti inviati in Procura, a cominciare da quelli dell’associazione Nuovo Senso Civico che per prima lanciò l’allarme sulla potenziale insalubrità e pericolosità della centrale, fino alle segnalazioni di privati cittadini e attività commerciali della zona. A preoccupare è soprattutto il fumo sprigionato dall’impianto, di notte e di giorno. Chi abita nei pressi della centrale continua ad accusare fastidi alle vie respiratorie, cattivo odore, bruciore e lacrimazione agli occhi e a segnalare una patina scura che si deposita sui panni stesi, sui cartelloni pubblicitari, sui muri delle case. L’aria, secondo chi abita nella zona immediatamente vicina alla centrale, sembra farsi più pesante. E a dare fastidio è soprattutto l’odore di bruciato che si sprigiona tutto intorno.
Segnalazioni continue arrivano non solo da Treglio, ma anche da Rocca San Giovanni, e dalle contrade di Torre Sansone e Santa Rita. Il fastidio dovuto agli odori e ai vapori “pesanti” della centrale si nota soprattutto in inverno dal momento che l’attività della centrale a biomasse della Gtc (Gestione calore Treglio) va a sommarsi a quella del sansificio (inattivo in estate) della famiglia Vecere, proprietaria, in una quota maggioritaria, dell’impianto a biomasse. Inoltre in inverno la cappa di freddo tende a tenere concentrati i fumi verso la parte bassa dell’atmosfera.
«Siamo continuamente subissati dalle domande preoccupate dei cittadini», dice Alessandro Lanci, presidente di Nsc, «e non sappiamo cosa rispondere. È insammissibile che le istituzioni e l’amministrazione di Treglio, il cui sindaco rappresenta per legge la prima autorità sanitaria della comunità amministrata, non abbiano fatto nulla finora per prevenire o addirittura impedire questo genere di emissioni che sappiamo essere nocive come tutte le emissioni da centrale a biomassa. Speriamo si intervenga al più presto per ridurre le emissioni inquinanti nel nostro già martoriato territorio. Secondo un’analisi della Provincia, la qualità dell’aria della fascia costiera chietina è tra le più basse dell’intera provincia».
Daria De Laurentiis
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