Industrie in crisi l’Assovasto perde trenta aziende
In tre anni le società iscritte sono passate da 122 a 92 Tumini: «Rischiamo di tornare indietro di 60 anni»
VASTO. Il futuro dei cento dipendenti del Gruppo Valsinello è nuovamente in bilico. Da settimane la vertenza Robotec è al centro di serrate trattative. Il settore industriale annaspa provocando un dannoso effetto domino sulle imprese individuali e le piccole e medie aziende. Rappresentano il Vastese meno in vista e per questo più vulnerabile. La cartina al tornasole è l’Assovasto, l’associazione di industriali del comprensorio.
«Da tre anni ormai non si produce più reddito. Un terzo delle aziende iscritte non c’è più», rivela il presidente, Gabriele Tumini. Nel 2009 l’Assovasto era composta da 122 aziende. Oggi ne sono 92 ma il numero è destinato a ridursi nei prossimi mesi. Diverse attività hanno deciso di chiudere. Il miracolo industriale degli anni 60 è ormai uno sbiadito ricordo. «Oggi la crisi fa paura. Il Vastese rischia di tornare indietro di 60 anni. Servono incentivi, iniziative e servizi», dice Tumini. «La serietà e l’operosità degli abruzzesi non bastano più. Non c’è più un minuto da perdere. O si fa subito qualcosa o le aziende moriranno», è l’appello lanciato dall’imprenditore.
Un sintomo preoccupante è la difficoltà delle aziende a pagare i dipendenti. «Accade sempre più spesso che le aziende paghino in ritardo perché sono in affanno. Non c’è liquidità», confermano Mario Codagnone, della Cgil, e Primiano Biscotti, della Cisl. Un altro duro colpo è stato inferto alle imprese dall’Imu. Per le attività già messe a dura prova dalla congiuntura economica l’aggravio fiscale è stato un colpo durissimo. Nel 2011 le imprese hanno subito una serie di rincari sui servizi, acqua ed energia elettrica in particolare e pagano i canoni per la manutenzione delle aree consortili. Gli industriali tornano a chiedere ai responsabili istituzionali di adoperarsi per una migliore gestione della cosa pubblica. La stessa richiesta arriva dai sindacati.
«È necessario attivarsi per evitare che la fine della crisi trovi il Vastese deserto», sostengono Cgil, Cisl e Uil. La situazione più drammatica al momento è quella vissuta dai lavoratori della Valsinello srl, azienda che produce impiantistica industriale e civile. Da due anni ormai l’azienda si tiene a galla grazie agli ammortizzatori sociali. «Senza la certezza del credito bancario ogni sacrificio fallirà», avvertono i sindacati. Come lei molte altre attività.
Qualche piccola avvisaglia di ripresa arriva dallo scalo portuale. Il porto di Punta Penna nei prossimi mesi avrà un ruolo determinante per la ripresa. «Speriamo che presto arrivino i finanziamenti anche per la linea ferroviaria agognata dalla Pilkington e dai colossi industriali», è l'auspicio dei sindacati. La linea ferroviaria rientra nel progetto europeo dei nuovi collegamenti discussi qualche mese fa a Bruxelles fra i manager della Fiat e le più importanti industrie del settore automobilistico. Il percorso della linea parte da Piana Sant’Angelo per raggiungere Punta Penna e dirigersi poi verso la Val di Sangro. Riallacciandosi presumibilmente al tracciato della Sangritana la linea raggiungerà il Lazio meridionale e il polo produttivo della Fiat di Cassino.
Paola Calvano
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