la proprietaria della cagnolina uccisa a filippone quattro mesi fa
«Io, presa a morsi da 2 molossi non dimentico la mia Margot»
CHIETI. Il dolore per la perdita dell’adorata cagnolina Margot non scompare, ma la sua padrona, Marilena Mariani, ha deciso di trasformarlo in qualcosa di più costruttivo: un impegno affinché altri...
CHIETI. Il dolore per la perdita dell’adorata cagnolina Margot non scompare, ma la sua padrona, Marilena Mariani, ha deciso di trasformarlo in qualcosa di più costruttivo: un impegno affinché altri cani non debbano subire la sorte del suo, sbranato da due molossi sfuggiti al loro proprietario. È la mattina del 21 aprile scorso quando Marilena, come d’abitudine esce con la sua cagnolina a Filippone e incontra i due amstaff, una razza molto simile al pitbull, di proprietà di un residente della zona. I cani attaccano Margot, lei cerca di salvarla ma non riesce. Deve rassegnarsi a vederla sbranata. Riporta anche ferite alle mani.
Ma se queste pian piano guariscono, il trauma subito è più difficile da affrontare. Lei lo fa anche attraverso l’attivismo sociale. «Insieme agli iscritti della pagina Facebook L’altra parte del guinzaglio, che presto diventerà un’associazione», spiega, «promuoviamo questi corsi per i proprietari di cani mordaci. Io ne ho parlato personalmente sia con il sindaco Diego Ferrara che con l’assessore alle politiche animali Fabio Stella. Sono dunque molto contenta che l’amministrazione comunale si sia mossa in tal senso. L’obiettivo è quello di sensibilizzare le istituzioni affinché venga promosso questo tipo di corsi. Purtroppo le aggressioni che abbiamo registrato insieme al gruppo Facebook, e che mi hanno vista coinvolta in prima persona, avvengono perché ci sono spesso adozioni inconsapevoli, senza cioè conoscere quelle che possono essere le esigenze del proprio cane legate a fattori come la mole, la razza o l’indole, e anche una gestione irresponsabile dell’animale». Quindi sottolinea l’importanza dei corsi: «Sono fondamentali per rendere i padroni consapevoli delle esigenze del proprio cane. Insieme all’Altra parte del guinzaglio abbiamo lanciato un sondaggio, a cui hanno risposto in mille, sulle aggressione dei cani: emerge che il 75 per cento dei padroni di cani ha subito aggressioni da altri cani e solo il 2 per cento erano da parte di cani randagi. Dunque il problema è con i cani di proprietà tenuti in maniera irresponsabile». (a.i.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA .
Ma se queste pian piano guariscono, il trauma subito è più difficile da affrontare. Lei lo fa anche attraverso l’attivismo sociale. «Insieme agli iscritti della pagina Facebook L’altra parte del guinzaglio, che presto diventerà un’associazione», spiega, «promuoviamo questi corsi per i proprietari di cani mordaci. Io ne ho parlato personalmente sia con il sindaco Diego Ferrara che con l’assessore alle politiche animali Fabio Stella. Sono dunque molto contenta che l’amministrazione comunale si sia mossa in tal senso. L’obiettivo è quello di sensibilizzare le istituzioni affinché venga promosso questo tipo di corsi. Purtroppo le aggressioni che abbiamo registrato insieme al gruppo Facebook, e che mi hanno vista coinvolta in prima persona, avvengono perché ci sono spesso adozioni inconsapevoli, senza cioè conoscere quelle che possono essere le esigenze del proprio cane legate a fattori come la mole, la razza o l’indole, e anche una gestione irresponsabile dell’animale». Quindi sottolinea l’importanza dei corsi: «Sono fondamentali per rendere i padroni consapevoli delle esigenze del proprio cane. Insieme all’Altra parte del guinzaglio abbiamo lanciato un sondaggio, a cui hanno risposto in mille, sulle aggressione dei cani: emerge che il 75 per cento dei padroni di cani ha subito aggressioni da altri cani e solo il 2 per cento erano da parte di cani randagi. Dunque il problema è con i cani di proprietà tenuti in maniera irresponsabile». (a.i.)
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