Irplast, 8 impiegati a casa Operai in assemblea

Atessa, l’azienda annuncia il trasferimento del lavoro commerciale a Empoli Rucci (Cgil): se si toccano gli amministrativi c’è timore di smantellamento

ATESSA. Chiedono un intervento deciso e immediato delle istituzioni locali, provinciali e regionali le Rsu Cgil, Cisl e Uil della Irplast, ex Bimo, fabbrica che produce nastri adesivi stampati, etichette e pellicole in polipropilene e che occupa circa 180 dipendenti in Val di Sangro. La Irplast, con sede legale a Empoli, ma con uno stabilimento produttivo anche ad Atessa, ha da poco annunciato che il personale amministrativo, 8 dipendenti, sarà licenziato a gennaio. La multinazionale già da 4 anni è in cassa integrazione e realizza un terzo dei volumi produttivi iniziali impegnando due impianti su tre. Di qui la preoccupazione delle Rsu e delle direzioni provinciali di Cgil, Cisl e Uil.

«La nuova società Irplast», scrivono in una nota le Rsu, «per motivi di semplice organizzazione del lavoro vuole trasferire tutto il lavoro commerciale e pezzi importanti di lavoro amministrativo, dalla sede di Atessa alla sede di Empoli, generando esuberi strutturali e irreversibili in Val di Sangro. Ad alcune unità, per evitare il licenziamento, la direzione ha solo prospettato la scelta del trasferimento a Empoli, o saranno licenziate a fine gennaio, per altri non c’è spazio di scelta, quindi licenziati a fine gennaio. Per i lavoratori della produzione», scrivono i rappresentanti di fabbrica, «questo significa sempre più allontanare le possibilità di ripresa prospettate nel piano di rilancio dell’azienda, sia a causa di un assottigliamento di ruoli e professionalità medio-alte che non vengono rimpiazzate, che per una scarsa evoluzione commerciale di nuovi prodotti».

«Quando si comincia a toccare la parte impiegatizia», interviene Giuseppe Rucci, segretario provinciale Filctem Cgil, «c’è sempre il timore di uno smantellamento o ridimensionamento della fabbrica. Chiediamo alla direzione aziendale di intervenire in altri modi, evitando di ricorrere ai licenziamenti e di ricordare i sacrifici sostenuti finora dai dipendenti. Politicamente chiediamo, invece, alle istituzioni di intervenire affinchè alcune attività restino inderogabilmente ad Atessa».

Per le Rsu è importante intraprendere un percorso con altre forme di sostegno al reddito, come ad esempio i contratti di solidarietà, «che permetterebbero di lavorare meno, ma di lavorare tutti, senza rimanere fuori dal ciclo produttivo per troppo tempo e con una retribuzione sostenibile per le famiglie. Chiediamo alla Irplast di ripensare le sue scelte organizzative», concludono le Rsu, «e di credere fino in fondo che le potenzialità produttive della Bimo-Irplast possono essere ancora molto competitive sul mercato». Oggi ad Atessa è prevista un’assemblea dei lavoratori.

Daria De Laurentiis

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