Jois, la famiglia chiede la verità «No, non può essersi suicidato»
L’avvocato Di Risio: «Universitario sereno e pieno di entusiasmo, programmava il rientro a Parma» Rinviata l’autopsia, manca l’autorizzazione all’utilizzo della sala del policlinico in cui eseguire l’esame
VASTO. Slitta per problemi tecnici l'autopsia sul corpo di Jois Pedone, lo studente vastese di 20 anni trovato lunedì senza vita fra gli scogli di Punta Penna. Il medico legale è in attesa dell'autorizzazione alla sala settoria idonea. I carabinieri intanto proseguono le indagini sulla tragedia. La famiglia infatti non crede al suicidio: «Faremo tutto affinché possa essere fatta chiarezza e giustizia. Qualunque cosa per la verità», ha scritto la nonna del ragazzo, Pia Regina su Facebook. I familiari di Jois si sono affidati agli avvocati Carmine e Concetta Di Risio. La Procura di Vasto ha disposto accertamenti mirati per fare chiarezza su una morte che, a parere di molti, appare equivoca, e non solo per la mancanza di un movente.
CHI ERA JOISLo studente universitario aveva superato brillantemente il primo anno alla facoltà di Economia a Parma. Per questo aveva ottenuto una borsa di studio. Estroverso e dinamico, a Parma condivideva un alloggio con due studentesse. Di recente era riuscito a trovare un appartamento più vicino alla facoltà e si accingeva a fare il trasloco. Il 31 agosto sarebbe tornato a Parma. Jois aveva già acquistato il biglietto del treno. Incapace di oziare, aveva deciso di trascorrere le vacanze lavorando nel ristorante Il Trabocco Cungarelle. Anche sul lavoro non si risparmiava. Il 20 agosto, poche ore prima della morte, era riuscito a servire ben 50 clienti. Jois era il contrario del giovane depresso.
L'AVVOCATO«La morte di Jois», conferma l'avvocato Carmine Di Risio, «ha sconvolto i familiari perché era un giovane sereno, aveva tanti progetti e stava programmando il ritorno a Parma. Chi lo ha visto nelle ore precedenti la sua morte descrive un ragazzo pieno di vita ed entusiasmo. Ringraziamo la Procura di Vasto», dice Di Risio, «per l'attenzione prestata alla vicenda. Il fascicolo sulla morte di Jois è aperto. La delicatezza del caso impone il massimo riserbo», spiega il legale.
I PUNTI DA CHIARIREUn passaggio fondamentale sarà l'autopsia. La perizia programmata per ieri è stata rinviata a data da stabilire . Il medico legale Marco Piattelli attende l'autorizzazione all'idoneità della sala settoria . All'autopsia sarà presente anche un perito nominato dalla famiglia, il dottor Raffaele Ciccarese. L'autopsia dovrà chiarire molti aspetti a cominciare dalle cause della morte. Ogni segno sul corpo dello studente sarà analizzato con scrupolo. Un altro oggetto sul quale è concentrata l'attenzione degli investigatori è la fune che il ragazzo aveva legato alla caviglia con un sofisticato nodo marinaro. Ma a nessuno risulta che Jois fosse così abile nel realizzare quel tipo di nodi. Qualche altro particolare utile agli investigatori potrà darlo il cellulare che il giovane aveva in tasca. Le ultime telefonate fatte da Jois potrebbero rivelare se avesse dei problemi e in caso affermativo con chi e perché.
PRIMA E DOPO LA MORTENicola Grassi, il tassista che ha portato Jois a Punta Penna, racconta che il ragazzo parlava con entusiasmo della sua esperienza universitaria e lavorativa. PLo studente prima di scendere gli ha detto che lo avrebbe richiamato per il ritorno a Vasto. È stata solo una frase detta per depistare? A Punta Penna quella notte, nonostante l'ora tarda, c'erano altre persone. Come ha fatto Jois a riempire di sabbia un borsone legandolo alla fune assicurata poi alla sua caviglia e a tuffarsi in acqua senza essere notato? Nessuna di quelle persone è intervenuta? A Punta Penna pare ci siano le telecamere della videosorveglianza. La famiglia chiede che le immagini vengano controllate. Ogni dettaglio potrebbe chiarire la vicenda.
IL CORDOGLIOIl doloroso messaggio della nonna di Jois e la sua richiesta di giustizia, è stato commentato da centinaia di persone. Unanime il cordoglio e il desiderio di verità. «Anche se», hanno detto persone vicine alla famiglia, «per un dolore così grande non c'è nulla che mitighi la sofferenza».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
CHI ERA JOISLo studente universitario aveva superato brillantemente il primo anno alla facoltà di Economia a Parma. Per questo aveva ottenuto una borsa di studio. Estroverso e dinamico, a Parma condivideva un alloggio con due studentesse. Di recente era riuscito a trovare un appartamento più vicino alla facoltà e si accingeva a fare il trasloco. Il 31 agosto sarebbe tornato a Parma. Jois aveva già acquistato il biglietto del treno. Incapace di oziare, aveva deciso di trascorrere le vacanze lavorando nel ristorante Il Trabocco Cungarelle. Anche sul lavoro non si risparmiava. Il 20 agosto, poche ore prima della morte, era riuscito a servire ben 50 clienti. Jois era il contrario del giovane depresso.
L'AVVOCATO«La morte di Jois», conferma l'avvocato Carmine Di Risio, «ha sconvolto i familiari perché era un giovane sereno, aveva tanti progetti e stava programmando il ritorno a Parma. Chi lo ha visto nelle ore precedenti la sua morte descrive un ragazzo pieno di vita ed entusiasmo. Ringraziamo la Procura di Vasto», dice Di Risio, «per l'attenzione prestata alla vicenda. Il fascicolo sulla morte di Jois è aperto. La delicatezza del caso impone il massimo riserbo», spiega il legale.
I PUNTI DA CHIARIREUn passaggio fondamentale sarà l'autopsia. La perizia programmata per ieri è stata rinviata a data da stabilire . Il medico legale Marco Piattelli attende l'autorizzazione all'idoneità della sala settoria . All'autopsia sarà presente anche un perito nominato dalla famiglia, il dottor Raffaele Ciccarese. L'autopsia dovrà chiarire molti aspetti a cominciare dalle cause della morte. Ogni segno sul corpo dello studente sarà analizzato con scrupolo. Un altro oggetto sul quale è concentrata l'attenzione degli investigatori è la fune che il ragazzo aveva legato alla caviglia con un sofisticato nodo marinaro. Ma a nessuno risulta che Jois fosse così abile nel realizzare quel tipo di nodi. Qualche altro particolare utile agli investigatori potrà darlo il cellulare che il giovane aveva in tasca. Le ultime telefonate fatte da Jois potrebbero rivelare se avesse dei problemi e in caso affermativo con chi e perché.
PRIMA E DOPO LA MORTENicola Grassi, il tassista che ha portato Jois a Punta Penna, racconta che il ragazzo parlava con entusiasmo della sua esperienza universitaria e lavorativa. PLo studente prima di scendere gli ha detto che lo avrebbe richiamato per il ritorno a Vasto. È stata solo una frase detta per depistare? A Punta Penna quella notte, nonostante l'ora tarda, c'erano altre persone. Come ha fatto Jois a riempire di sabbia un borsone legandolo alla fune assicurata poi alla sua caviglia e a tuffarsi in acqua senza essere notato? Nessuna di quelle persone è intervenuta? A Punta Penna pare ci siano le telecamere della videosorveglianza. La famiglia chiede che le immagini vengano controllate. Ogni dettaglio potrebbe chiarire la vicenda.
IL CORDOGLIOIl doloroso messaggio della nonna di Jois e la sua richiesta di giustizia, è stato commentato da centinaia di persone. Unanime il cordoglio e il desiderio di verità. «Anche se», hanno detto persone vicine alla famiglia, «per un dolore così grande non c'è nulla che mitighi la sofferenza».
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