Jovanotti: non rovino le spiagge Gli ecologisti: spostate i concerti
Il cantautore si sfoga: il Jova Beach Party rispetta l’ambiente, contro di me le critiche degli econazisti Il presidente dell’Arci: serve un piano concreto per mettere in sicurezza le dune della riserva marina
VASTO. «Il Jova Beach Party non mette in pericolo nessun ecosistema, non devastiamo niente, le spiagge non solo le ripuliamo, ma le portiamo a un livello migliore di come le troviamo». Jovanotti rispedisce al mittente le accuse di “greenwashing” (ecologismo di facciata) che gli stanno piovendo addosso da quando il 2 luglio scorso è iniziato il suo tour nelle dodici località italiane interessate all’evento musicale, tra cui Vasto, e parla di “econazisti”. Si infiamma la polemica in vista del doppio concerto del cantautore toscano in programma sulla spiaggia di Vasto il 19 e 20 agosto, unica tappa abruzzese. In una lunga diretta Instagram dal lido di Fermo Jovanotti respinge accuse e sospetti, dopo il blitz dell'ispettorato del lavoro di Ascoli Piceno, e replica anche a chi punta il dito sui rischi per l'ecosistema. Lo sfogo dell'artista arriva dopo la diffusione della notizia della sospensione dell'attività per quattro ditte coinvolte nel mega-evento, per la presenza di 17 lavoratori non in regola. Anche la Trident, la società che da sempre produce e organizza i live del cantautore toscano, ha smentito il lavoro nero, parlando di «inadempienze formali» peraltro subito sanate. Ma l’ira di Lorenzo Cherubini è tutta per le critiche delle associazioni, secondo le quali il Jova Beach Party è un evento che ha un notevole impatto ambientale. «Se voi, econazisti che non siete altro, volete continuare ad attrarre l'attenzione utilizzando la nostra forza, sono fatti vostri. Il nostro è un progetto fatto bene che tiene conto dell'ambiente, parla di obiettivi di sostenibilità e realizza quello che è in grado di realizzare con gli strumenti messi a disposizione dalle leggi, dal buon senso, dalla volontà», afferma Lorenzo Cherubini, «il Jova Beach non è un progetto greenwash, parola che mi fa schifo così come mi fa schifo chi la pronuncia, perché è una parola finta, è un hashtag e gli hashtag sapete dove dovete metterveli. Il Jova Beach Party è un lavoro fatto bene: se pensate che non sia fatto bene venite a verificare, venite qua. Non diffondete fuffa. Il mio pubblico è fantastico, ha una coscienza alta rispetto all'ambiente», conclude il cantautore. Le parole di Jovanotti stanno suscitando una valanga di commenti indignati dalle varie località interessate al mega concerto, dove sono state inscenate anche manifestazioni di protesta. A Vasto sono mesi che le associazioni producono osservazioni e documenti, sostenendo che le spiagge – in quanto ambienti naturali e quindi fragili eco-sistemi – non sono adatte per concerti di tale portata (20mila persone a sera), e che per simili manifestazioni devono essere utilizzati luoghi idonei, come gli stadi. Tra le ragioni della polemica c’è la “tombatura” di Fosso Marino, il canale che sfocia in piena spiaggia, vicino al pontile e che in vista del doppio concerto che si terrà tra dodici giorni verrà reso calpestabile. Le associazioni hanno sollevato anche problematiche legate alla sicurezza, nel caso in cui dovesse piovere. Nei giorni scorsi sono bastati 6 millimetri di pioggia per far saltare il tubo. «Non credo che Jovanotti abbia le competenze per poter dire che le spiagge le lascia meglio di come le ha trovate», commenta Nicola Salvatorelli, presidente dell’Arci, associazione che insieme ad altre sigle ha presentato una serie di osservazioni, «ora ci aspettiamo un piano di vigilanza concreto per le dune della riserva Marina di Vasto, che dal luogo del concerto dista circa 500 metri, come prescritto dalla Commissione di valutazione ambientale del Comune».
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