Kanun, cos’è il codice d’onore richiamato in aula dall’arrestato 

CHIETI. Si chiama Kanun e a richiamarlo nell’aula del tribunale di Chieti, ieri mattina, è stato Albian Taku, il giardiniere arrestato per aver aggredito i carabinieri che pure lo hanno salvato dal...

CHIETI. Si chiama Kanun e a richiamarlo nell’aula del tribunale di Chieti, ieri mattina, è stato Albian Taku, il giardiniere arrestato per aver aggredito i carabinieri che pure lo hanno salvato dal linciaggio: è l’arcaico e sanguinario codice d’onore albanese. Si tratta di una serie di norme, trasmesse oralmente, che si fanno risalire al XV secolo: radicate più nel nord che nel sud dell’Albania, sono combattute invano dal governo di Tirana che non riesce a sradicarle. Le basi del Kanun sono il senso dell’onore, il clan familiare, il rispetto della parola data, l’ospitalità, la sottomissione della donna, la vendetta nei confronti dei discendenti maschi del «colpevole» che può andare avanti per generazioni, l’obbligo della vendetta, pena il disprezzo della collettività. Le norme del Kanun sono state dettate dalle necessità materiali e dalla disperazione di un popolo povero, dall’istinto di sopravvivenza di genti di montagna che si è tradotto in un codice fondamentalmente primitivo.
Ed è proprio nel codice Kanun che affonda il movente del duplice delitto avvenuto davanti a un supermercato di Pescina nell’ottobre del 2013, dove un kosovaro – poi condannato in via definitiva all’ergastolo – uccise a colpi di pistola la figlia di 21 anni e l’ex moglie di 45. Il motivo? «Il codice delle montagne», disse l’avvocato di parte civile, «condiziona ancora le scelte dell'imputato. Un omicidio barbaro in quanto l’uomo era convinto che le donne della sua famiglia fossero come un bene di sua proprietà». (g.let.)
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