L’acqua c’è solo per cinque ore al giorno
Nuovo piano della Sasi senza preavviso fa infuriare i guardiesi e le popolazioni dei centri serviti dalla fonte dell’Avello
GUARDIAGRELE. Due ore di erogazione la mattina e tre il pomeriggio in tutto il territorio comunale e negli altri cinque centri serviti dall'acquedotto dell'Avello. È il nuovo piano della Sasi spa, gestore del ciclo idrico per il Chietino, che l'ha lanciato senza avvisare i municipi del comprensorio. Nella città del ferro battuto, per esempio, il distacco nella cinta urbana era stato stabilito alle 16 dopo il ripristino alle 8 del mattino. Otto ore con copertura nella fascia di maggiore fabbisogno che sono state unilateralmente revocate per scendere a appena 5 ore e due distacchi, operazione che rende l'acqua più torbida e non fa bene alla vecchia rete di condutture, che a ogni ripristino deve sopportare i pesanti colpi d'ariete dovuti all'alta pressione.
Pressione comunque insufficiente, a causa dell'esiguità delle ore di ripristino, a raggiungere i piani più alti dei condomini nelle zone più alte e a ridosso delle cisterne, dove infatti ieri mattina i rubinetti sono rimasti a secco. Sasi silenziosa più che mai nel momento più critico dell'estate. E nessun commento in arrivo da Lanciano, sede della Spa pubblica, sulla donazione fatta dall'ex consigliere comunale Nello Iacovella, che ha fatto recapitare gratis il progetto dei sondaggi sopra Bocca di Valle steso dal geologo Renato Ricci nel 2008. Progetto che prevede l'irrisoria spesa di appena 40mila euro per la ricerca dei pozzi che, si sa, esistono nelle viscere della montagna ma non vennero messi in rete nell'attesa dell'interconnessione dell'Avello alle sorgenti del Verde di Fara San Martino, per un investimento di 11 milioni di euro di cui 7 stanziati nel 2007 ma poi dirottati dall'ente d'Ambito idrico del Chietino alla condotta del Lancianese, ultimo atto prima del commissariamento dell'Ato proviniciale.
E Iacovella, dopo aver donato il progetto, lancia ora pubblicamente l'idea della sottoscrizione tra i guardiesi per raccogliere i 40mila euro per la partenza dei sondaggi. «Nessuno voleva medaglie dalla Sasi», attacca Iacovella, «ma un segnale di avvenuta ricezione e un proposito di iniziare al più presto i lavori, questo sì che doveva arrivare. E visto che la Sasi», incalza, «non ha raccolto il regalo forse per le cattive acque finanziarie in cui nuota, oltre che il progetto i guardiesi si pagheranno da soli anche le spese per i sondaggi, a ulteriore dimostrazione che la gestione dell'acqua è andata in pezzi e i cittadini devono d'ora in poi sbrigarsela da soli». Modalità e tempi della sottoscrizione devono ancora essere stabilite, ma il calcolo prevede una donazione di 10 euro da ciascuna utenza familiare attiva, in tutto 4.000. «Le aziende», spiega Iacovella, «potrebbero sottoscrivere una donazione più cospicua, se vorranno, così da compensare le quote che non arriveranno». Occorre comunque fare presto, visti i tempi tecnici richiesti da un'operazione che si dovrà concludere con l'allacciamento dei nuovi pozzi alla rete esistente. «Bisognerà fare i sondaggi entro settembre», precisa l'ex consigliere, «e entro la prossima estate potremmo avere soltanto per Guardiagrele fino a 50 litri al secondo . Tempi per fortuna ristretti, in quanto la condotta principale che scende verso l'abitato passa a poca distanza dai punti di ricerca dei nuovi pozzi».
Francesco Blasi
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