L’Acs vuole andare a Melfi gli operai si incatenano
Atessa, torna il presidio dei lavoratori davanti all’azienda dell’indotto automotive Labbrozzi (Fiom-Cgil): «Val di Sangro devastata dalla crisi, istituzioni assenti»
ATESSA. Sono pronti a incatenarsi davanti ai cancelli dal prossimo lunedì i lavoratori dell’Acs, fabbrica dell’indotto automotive che produce spugne destinate alla Isringhausen che le impiega per le imbottiture dei sedili dei veicoli Sevel. Attualmente l’azienda impiega 22 operai. Da ieri la Fiom ha messo in atto un presidio permanente davanti alla fabbrica in seguito all’annuncio da parte della direzione aziendale di voler chiudere il sito produttivo di Atessa.
Il futuro dell’Acs traballa da qualche anno. Già nel 2010 operai e sindacati avevano incrociato le braccia e inscenato una protesta durata settimane per scongiurare il trasferimento del lavoro a Cassino. Dopo un incontro tra sindacati e azienda nel luglio 2010, si era arrivati all’accordo di non chiudere lo stabilimento di Atessa, dove è stato lasciato il 75% della produzione, e di ritirare i licenziamenti e far ricorso alla cassa integrazione.
Ma l’incubo trasferimento è tornato nel 2011, quando la direzione dello stabilimento aveva annunciato di voler spostare di nuovo la produzione a Melfi o a Cassino, dove si trovano altri impianti della società. Sono seguite intense giornate di sciopero e di trattative con i sindacati per arrivare alla conclusione che i 23 licenziamenti sarebbero stati trasformati in contratti di solidarietà.
Ma la paura per i 22 lavoratori, tra cui alcune donne, torna a farsi sentire lo scorso luglio: ancora annunci di chiusura e ancora precarietà. «In questi tre anni», interviene il segretario provinciale della Fiom, Davide Labbrozzi, «la Val di Sangro non ha visto l’intervento e l’interesse delle istituzioni per un impegno che possa servire a rilanciare il territorio devastato dalla crisi e in grave pericolo di tenuta economica e sociale. Nulla è stato fatto per le aree industriali e nessuna interlocuzione c’è stata con le aziende che stanno lentamente morendo. Si rende quindi necessaria una protesta dura con l’obiettivo di convincere l’azienda a tornare sui suoi passi e spingere le istituzioni ad un intervento immediato».
L’organizzazione sindacale fa anche presagire che l’intera area industriale della Val di Sangro sarebbe pronta a scioperare assieme ai lavoratori dell’Acs. «Da oggi (ieri per chi legge, ndc)», prosegue Labbrozzi, «c’è un presidio permanente davanti la fabbrica e dalle 9 di lunedì mattina i lavoratori si incateneranno ai cancelli in attesa che si apra una vera discussione».
Intanto oggi azienda e sindacati sono attesi in Provincia per partecipare ad un tavolo di trattative con Enrico Di Giuseppantonio, presidente dell’ente.
Daria De Laurentiis
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