L’Archivio di Stato finisce a Chieti

Il sindaco diffida la Direzione generale. Di Nardo (Sangritana): abbiamo locali idonei, vogliamo l’affitto

LANCIANO. Il sindaco Mario Pupillo si oppone alla chiusura dell’Archivio di Stato e invia una diffida alla Direzione generale di Roma, a quella regionale dell’Aquila e a quella provinciale di Chieti, e per conoscenza alla Procura, per sospensione di pubblico servizio. «Basta con la desertificazione degli uffici pubblici nella nostra città», dice Pupillo. «Per l’Archivio c’è la disponibilità della Sangritana e sarebbe una soluzione ottima». La chiusura avverrà entro la metà del mese, dopo il trasferimento in atto dell’intera documentazione notarile in un deposito a Chieti, dove resterà per sei mesi. Sul futuro dei quattro operatori attualmente impiegati nei locali di viale Cappuccini deciderà la Direzione archivistica regionale dell’Aquila. I sindacati hanno chiesto un incontro con la direttrice dell’Archivio di Stato di Chieti, Miria Ciarma, che già alcune settimane fa li aveva invitati ad un confronto.

«Il trasferimento dell’Archivio è un atto dovuto», dice Ciarma, «perché ci si trova in una situazione di piena illegalità per il mancato ottenimento del certificato di prevenzione incendi, rilasciato dal comando provinciale di vigili del fuoco. Non è stato possibile», continua la dirigente, «realizzare il previsto impianto antincendio per mancanza di fondi. La disponibilità della Sangritana è un’ottima idea, anche come futuro polo culturale della città, ma al ministero aspettano proposte concrete». Il che vuol dire costo dell’affitto (la spending review del 2011 impone agli enti governativi oculatezza e risparmio nelle spese) e normativa di sicurezza soddisfacente. Ma il presidente della Sangritana, Pasquale Di Nardo, ribatte che dallo scorso anno c’è uno scambio di comunicazioni scritte tra il suo ente e la direzione archivistica ed anzi si è svolto anche un incontro nei capannoni dell’ex-officina della ferrovia in Via del Mancino. «Lo scorso 21 marzo», dice Di Nardo, «abbiamo ribadito per iscritto a Chieti e a Roma la nostra disponibilità. I nostri tecnici sono a disposizione dei loro tecnici per individuare un’area d’insediamento dell’Archivio di Stato all’interno della nostra ex-officina. Prima viene il progetto», aggiunge Di Nardo, «e poi possiamo parlare dei costi di affitto a carico del ministero Beni culturali. Ma sia chiaro che i costi vengono valutati dall’Osservatorio dei valori immobiliari dell’Agenzia delle entrate, non da noi».

Sei mesi passeranno in fretta. Resta in piedi la proposta della Carichieti di offrire i propri ex-locali di Ortona all’Archivio di Lanciano, gratuitamente, che però ha scatenato la reazione dei lancianesi. Un bel dilemma per la Direzione generale archivistica di Roma.

Gino Melchiorre

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